lunedì 16 novembre 2015

I cavalieri del nord, M. Strukul

Un libro che parla di cavalieri teutoni può spaventare, l'argomento non è certo tra quelli che si incontrano tutte le volte che si entra in libreria e se poi si unisce a questo il fatto che è storico e scritto da un padovano la perplessità e la curiosità aumentano di pari passo! 
L'autore è Matteo Strukul (sì, lo stesso della saga pulp di Mila e del romanzo storico La giostra dei fiori spezzati) e anche questa volta ci spiazza portandoci in un mondo ancora diverso rispetto al passato.
Siamo nel 1240, le crociate e la loro opera di redenzione dalla barbarie impazzano e noi ci troviamo nel gelo russo, assieme all'ordine dei cavalieri teutonici che, partendo dalla Russia, devono andare a salvare il castello di Dietrichstein posto sotto assedio e allo stremo delle forze, attraverso un viaggio di settimane tra il gelo e la natura più inospitali.
Wolf, il suo maestro (e in realtà figura paterna) Kaspar von Feuchtwangen e il loro contingente di settanta cavalieri crociati affiancati dall'abate, partono alla volta della Transilvania ed è poco dopo la loro partenza che si imbattono nella giovane e bella Kira, donna che sconvolgerà la missione nel bene e nel male.
Tra gli antagonisti spiccano senza dubbio la guerriera Vjsna, chiamata "la madre dei morti" che cavalca a capo dell'orda dei cumani e il negromante dall'aspetto repellente e dal cuore nero.
Il libro è senza dubbio uno storico vista l'attenzione quasi ossessiva che Strukul mette nei dettagli, l'accuratezza di termini e luoghi che viene evidenziata anche dalla fantastica grafica curata dalla Multiplayer e dalla presenza della cartina geografica all'inizio del libro. 
Il libro è anche un fantasy, visto che la magia è senza dubbio presente, anche se, come evidenzia l'autore stesso, è una magia che nel 1200 era creduta reale, i negromanti esistevano, le streghe venivano arse vive.
Il libro è un romanzo di formazione perchè attraverso le peripezie, la morte, i tradimenti, l'onore, l'amore, Wolf il giovane teutone, cresce e matura e rafforza la sua identità, creandosi la propria individualità, prima guidata dal suo mentore Kaspar. In questo senso il libro può (e forse dovrebbe) essere letto dai ragazzini che a volte perdono il senso dei valori e una bella storia può far cambiare il punto di vista! Io mi ricordo l'influenza che da adolescente esercitavano in me alcune letture!
La storia è avvincente, i personaggi sono descritti bene e attraverso le loro azioni e le loro riflessioni entriamo nell'intimo e riusciamo a capire ciò che davvero li smuove. Anche i cattivi, grazie a questo modo di scrivere, non vengono giudicati solo cattivi e non si può non provare compassione per alcuni di loro. In fondo da che parte della barricata nasci non è ne un merito ne una colpa (e mai come in questo momento storico che stiamo vivendo è argomento attuale e reale purtroppo).
Leggendolo ho sentito il gelo penetrarmi nella ossa nonostante fossi al caldo di casa mia, ho gioito e lottato, ho provato rabbia e furia cieca e dolore, ma anche amore e tenerezza.
Un libro avvincente e solido, di cui mi auguro possa esserci un seguito.
Infine una parola di elogio per gli illustratori, non solo per la splendida copertina (risultato di un contest facebook) ma anche per i disegni interni al libro che ottimamente interpretano l'atmosfera della storia.
Bravo Matteo Strukul, fiera che tu sia un padovano!! 

I cavalieri del nord
Matteo Strukul
Multuplayer edizioni
novembre 2015
euro 16,90
pag. 352

mercoledì 11 novembre 2015

L'amante giapponese, I. Allende

La Allende è tornata. Nel senso che è ritornata a scrivere nel campo in cui, secondo me, riesce a dare il meglio: storie di famiglie, legami affettivi, amore e contesto storico. 
Lasciando da parte le derive thriller o per ragazzi degli ultimi anni, qui leggiamo una storia di sentimenti in cui personaggi dal carattere forte e molto diverso tra loro danno vita ad una bellissima storia d'amore e d'amicizia.
Siamo a Lark House, una casa di riposo a San Francisco, qui gli anziani che vi abitano sono divisi in quattro strutture diverse, secondo la loro capacità di essere autosufficienti. Il livello in cui si trova la protagonista Alma è paragonabile più ad una sorta di hotel: ha un suo appartamento, libertà di uscita ma pasti serviti, assistenza e possibilità anche di lavorare se lo desidera.
Irina è una giovane ragazza dell'est europa che viene assunta nella casa di riposo, misteriosa ma di buon cuore e infaticabile. Dopo qualche settimana viene notata da Alma che decide di assumerla come assistente personale e lavorando assieme Irina conosce Seth, il nipote di Alma che si invaghisce di lei.
Seth vuole scrivere la storia della vita della adorata nonna. La loro è una famiglia ricchissima, la nonna ha più di ottanta anni e ha vissuto un insieme di cambiamenti personali e culturali che hanno sconvolto non solo gli stati uniti, ma il mondo intero visto che l'inizio si ha prima della seconda guerra mondiale. Ci sono poi ulteriori misteri da svelare: dove va la nonna con la sua minuscola macchina dal colore vivacissimo quando scompare per alcuni giorni? Chi è l'uomo che entra nella casa di riposo e che si abbraccia felice con lei, professandosi reciprocamente amicizia eterna quando Seth non l'ha mai visto nè sentito nominare prima? e Ichimei chi è? o meglio, la famiglia di Ichimei curava il giardino di villa Belasco ma era solo questo il rapporto che c'era?
Ma anche Irina è scostante, fredda e tiene a distanza il giovane che in tutti i modi tenta di farle la corte, nasconde qualcosa pure lei?
Pagina dopo pagina assistiamo al dipanarsi dei veli che sembrano coprire la vita di ognuno dei personaggi, entriamo nella loro mente (la Allende è bravissima in questo, con pochi abili tocchi di penna), siamo con la famiglia di Alma nell'est europa prima e in California poi. Seguiamo la vita dei personaggi e i drastici cambiamenti che la guerra vi porta. Lasciamo pian piano una Alma bambina e camminiamo con lei nel corso della vita, tra scuola, famiglia e amore. Un amore totalizzante ma complicato. 
Si parla di classi sociali, di razzismo (sì anche nella moderna america e non siamo all'epoca della guerra civile!), di un nuovo tipo di schiavismo moderno, di lealtà, di passioni assolute, di come la storia stessa influisca nella vita di ognuno do noi nei modi più contorti, di destino e di ineluttabilità.
E' un libro che ho trovato molto bello dall'inizio alla fine, che mi ha fatto ridere (Alma è davvero terribile) e riflettere.
Amo la Allende anche nelle sue opere più particolari rispetto al suo solito genere (parlo ad esempio de Il gioco di Ripper), ma qui ho ritrovato la sua vera anima.

L'amante giapponese
Feltrinelli
15 ottobre 2015
pag 281
euro 18,00