venerdì 30 maggio 2014

Lolita, V. Nabokov

Ho lasciato decantare un po' la lettura perché non sono bene in grado di esprimermi su questo romanzo.
Sono arrivata a leggerlo ben tardino e probabilmente aveva ragione un'amica quando mi ha detto che a seconda dell'età in cui lo si legge le reazioni possono essere molto diverse tra loro. Il libro mi ha disgustata da subito, da quando Humbert inizia a dire che non tutte le bambine sono bambine perché alcune in realtà sono ninfette e solo pochi eletti come lui riescono a vederle per quello che sono veramente. Uno schifo assoluto. In tempi come quelli che ci troviamo a vivere oggi la pedofilia è un argomento purtroppo fin troppo sentito. Leggerlo ora, da adulta e con un bambino piccolo fa ancora più paura e se avessi avuto una figlia femmina dell'età di Lolita durante la lettura non so davvero come sarebbe andata!
La storia è decisamente nota: un professore annoiato, divorziato e reduce da un esaurimento nervoso, va in affitto da una donna che ha una figlia di 12 anni e qui si "innamora" della ragazzina. Il libro è credo più articolato del film (ammetto di non averlo mai visto) perchè parte a raccontarci come una autobiografia di un Humbert bambino, poi ragazzo e poi adulto e solo dopo molte pagine si arriva a casa di Lolita. L'intenzione è chiara: farci capire per gradi perché si arriva a tanto ma io non l'ho capito.
Nabokov crea il libro facendo scrivere a Humbert queste sue memorie dal carcere in uno stile estremamente elegante e raffinato. Non c'è mai della volgarità, mai nulla di esplicito ma tutto raccontato in termini velati eppure questo non toglie il fatto che sia comunque una bella botta nello stomaco. Per quanto una ragazzina possa essere spregiudicata non arriverò mai a convincermi che a dodici anni possa realmente capire a cosa va incontro facendo la "smorfiosetta" con un adulto e se l'adulto non è in grado di proteggere e tutelare l'infanzia non merita nemmeno di vivere secondo me.
Credo comunque che possa esserci il rischio che se letto dalle dodicenni degli anni 2000, che ormai si credono (o forse sono, non lo so) tutte emancipate, adulte e pronte a una reale vita di coppia, possa essere visto pure come una storia romantica , una bellissima passione che supera lo stereotipo dell'età per dare libero sfogo ad una vera storia d'amore.. e questo però vorrebbe dire travisare la storia perchè Lolita per prima è infelice! Cerca di scappare, capisce che la vita che sta vivendo è innaturale e le mancano le comuni attività che invece le sue compagne di classe svolgono! purtroppo però la vita con Humbert l'ha già segnata troppo e il metodo che trova per liberarsi del suo aguzzino è assolutamente peggio di quello che si trovava a vivere. 
Il libro ha davvero una scrittura bellissima, curata e se si potesse esulare dal tema potrebbe tranquillamente essere un capolavoro! Lo è senza dubbio se preso oggettivamente ma io non riesco proprio a dire che mi sia piaciuto. La psicologia di Humbert è delineata benissimo, l'intreccio dei suoi pensieri, la morbosità, la passione che lo divora sono descritte talmente bene che il dubbio che Nabokov possa averle provate sulla propria pelle a me è venuto! Lolita paradossalmente è solo accennata, non conosciamo mai lei direttamente perché la vediamo con gli occhi dell'individuo che la tiene legata a se e solo nella descrizione di pochissime sue azioni possiamo intuire quali siano i suoi pensieri e i suoi patimenti reali.
Romanzo difficile, indigesto, dalle mille sfumature e dalle tante possibili chiavi di lettura. Io però sono vecchio stampo, antica, antiquata e rigida che nemmeno le SS e se qualcuno tocca un bambino, che lo faccia anche solo perché nella sua mente malata crede sia vero amore, per quanto mi riguarda merita una morte lenta, lunga, dolorosa e atroce.

Loliva
Vladimir Nabokov
pag. 395
Adelphi

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