lunedì 14 aprile 2014

La giostra dei fiori spezzati, M. Strukul

In una gelida Padova del 1888 si aggira un killer spietato che uccide in maniera atroce delle prostitute. Il caso si presenta decisamente insolito sin dalla prima vittima e l'ispettore Pastrello capisce subito di avere bisogno di punti di vista diversi, di menti che ragionino in maniera particolare che lo aiutino a capire cosa sta accadendo. E' per questi motivi che chiede al giornalista Giorgio Fanton di dargli una mano e che insieme coinvolgono l'alienista Alexander Weisz. 
Gli omicidi sembrano coinvolgere prevalentemente la zona malfamata della città, il Portello, dove sono la malavita e la povertà a farla da padroni eppure trattandosi di prostitute anche la Padova bene rischia di essere coinvolta e per questo abbiamo il sindaco che incalza per una soluzione rapida e che non abbia troppa risonanza. 
Il libro quindi si avvia ad essere una caccia all'uomo e i tre investigatori (chiamiamoli così) si trovano circondati da personaggi che riescono a creare benissimo il contesto e a farci rivivere l'atmosfera dell'epoca. Abbiamo il giornalista del giornale concorrente a Fanton che pubblica notizie dettagliate incolpando i nostri tre della mancata risoluzione del caso, abbiamo gestori di bordelli perfettamente calati nella parte, c'è Erendira, l'incantevole zingara che in qualche modo cerca di aiutare a capire chi sia il killer che terrorizza la città, e poi il sindaco, la massa stessa della popolazione. E la città. Sì perché Padova stessa è una protagonista nel romanzo, non si limita ad essere l'ambientazione. Il quartiere del Portello vive, ha una propria identità che sembra staccarsi dal resto della città, così come la Padova centrale dei caffè e dei palazzi ne ha un'altra specifica.
I personaggi sono ben caratterizzati e la lettura scorre abbastanza velocemente. Dico abbastanza perchè l'autore ha operato un lavoro minuzioso sul linguaggio che adattandosi perfettamente all'epoca di ambientazione della sua storia è quindi estremamente elegante e ricercato per cui più "lento" se così si può dire. L'idea poi di inserire qua e la articoli dei due quotidiani dell'epoca è ottima per farci capire il contesto socio-economico della Padova di fine '800, dei suoi problemi: la povertà, la pellagra, il malcontento e rende evidente il lavoro di documentazione storica operato da Strukul nella stesura. Nulla è lasciato al caso, e pur non facendo mistero dell'evidente rifarsi ai romanzi di Carr e al suo alienista, il risultato è un libro comunque originale e ben scritto. Non mancano i classici elementi di genere: il tormentato Weisz che usa oppio e laudano per cercare di dimenticarsi i dolori patiti da bambino per la morte della madre, l'andare a prostitute nei bassifondi anche della gente per bene (come il nostro giornalista), l'ipocrisia del tempo, il tutto in una città invernale nebbiosa e gelida che contribuisce a creare l'atmosfera adatta alla trama.
Mi è mancata una pianta della città dell'epoca magari da sovrapporre a una attuale per vedere le differenze (ma padova è la mia città e forse interessa solo a me!) e per correre ancora meglio con i nostri protagonisti alla ricerca del folle omicida.
Dovrebbe essere la prima di una serie di avventure di Weisz! sono estremamente curiosa di capire cosa potrà accadere ancora nella mia Padova.

La giostra dei fiori spezzati. Il caso dell'angelo sterminatore
Matteo Strukul
Mondadori Omnibus
aprile 2014
euro 17,00
pag. 284

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