mercoledì 30 aprile 2014

L'apprendista delle Fiandre - La saga di Niccolò vol.1 , D. Dunnett

Ed eccomi di nuovo impelagata in una saga! E questa volta non è nemmeno colpa mia!! Tralasciando le vicissitudini accadute per entrare in possesso del libro in questione (scusa Carloz, io e i postini ci odiamo, si sa), finalmente in una bellissima giornata di primavera io e il Club Ippogrifo ci siamo incontrate per una giornata relax nella sempre splendida Venezia, e qui, davanti all'immancabile spritz ho avuto tra le mani questo romanzo che è uno tra i preferiti assoluti di Carlotta! Si sa che quando ci si avvicina al libro amatissimo di qualcun altro lo si fa sempre con una sorta di timore (a me almeno capita!) e se l'altra persona è un'amica stai a chiederti "ma nel caso non mi piacesse nemmeno un po' pare brutto dirglielo??!". Fortuna che la situazione simile non si è creata perché il libro è davvero bellissimo!!! 
Siamo nel 1400, nelle Fiandre, nella spettacolare Bruges nello specifico e nella marea di personaggi spicca la famiglia di tintori De Charetty che sarà poi la protagonista del libro. Abbiamo la padrona della tintoria, la vedova Marianne, suo figlio Felix, le due figlie, il notaio Julius e lui, Claes (detto poi Nicolas o Niccolò) il servo apprendista, parente alla lontana che andò a vivere con la famiglia quando aveva 10 anni.
Accanto a loro una miriade di personaggi: mercanti, nobili, servette, locandieri, mercenari, militari, giovani, vecchi, malati, ricchi, poveri, insomma una varietà vastissima ma assolutamente realistica della popolazione umana che si poteva incontrare in quel preciso momento storico.
Il protagonista assoluto resterà Claes, che è giovane, bellissimo, simpatico e all'apparenza decisamente tonto e che si svilupperà in modo da lasciarci a bocca aperta e a inneggiare al Nobel per l'autrice per aver saputo creare un affresco così contorto eppure impeccabile sotto ogni aspetto: storico ma anche narrativo (e di intrecci che potevano far cadere anche il più bravo degli scrittori ce ne sono a bizzeffe).
Non posso entrare molto nella storia stessa per non spoilerare quello che accadrà, ma è un romanzo pieno di vita e di passione, un libro accurato che ti trasporta definitivamente nel periodo storico in cui è ambientato, che invoglia a cercare ancora più dettagli sulla vita dei mercanti dell'epoca, sul loro abbigliamento, sulle loro usanze.
E' quando si legge un libro simile che si realizza quanto altri invece siano solo piacevoli distrazioni, intendo dire che uscivo da un periodo di lettura di un'altra serie però gialla, piacevole perchè l'ho adorata ma quando ho iniziato a leggere questo e ho sentito le parole usate, il ritmo narattivo, l'accuratezza della scelta lessicale, eh beh... questo è saper scrivere, tutto il resto è un hobby ben riuscito!
Adesso vedrò di comprare gli altri sette libri della saga, perchè devo sapere cosa accadrà al buon Claes e perchè ho voglia di rivivere tutta questa serie di passioni ed emozioni che un libro scritto bene fa provare!
Grazie Carloz! ti adoro per la scoperta e ti odio perché è una saga ;)

L'apprendista delle Fiandre - La saga di Niccolò
Dorothy Dunnett
ed. Tea
pag. 591
euro 12,00

giovedì 17 aprile 2014

L'alfabeto misterioso, S. Grafton

L'alfabeto misterioso è l'ultima serie in ordine di lettura che mi ha tenuto compagnia per qualche settimana, in attesa che il mio cervello decidesse di aver voglia di cose nuove. 
I romanzi sono strutturati come le lettere dell'alfabeto e partendo dalla A io sono arrivata alla lettera R, che credo sia l'ultimo libro ad esser stato tradotto in italiano. Spero francamente di sbagliarmi perchè secondo la bibliografia dell'autrice sono già stati scritti i libri fino alla W e poiché la S è del 2005 inizio a temere il fatto che molto simpaticamente abbiano deciso di interrompere le traduzioni. Non sarebbe la prima volta che accade che una casa editrice fa questo tipo di scelta ma chi lo decide sarebbe da mettere al rogo. Senza se e senza ma.
Sue Grafton
Recensire, anzi commentare (che recensire mi pare un termine così tecnico e da addetto ai lavori che non mi piace!) tutti i singoli libri letti ad oggi non mi pare una gran cosa perché, diciamocelo, le storie non hanno queste grandi vicende da meritarsi chissà quante pagine di considerazioni! Invece presa nel suo completo merita eccome! Le vicende (come ho scritto nel commento a A come Alibi) raccontano le indagini di Kinsey Millhone, donna di poco più di trent'anni che dopo un breve periodo in polizia decide di mettersi in proprio come investigatore privato. L'inizio di ogni libro ci presenta velocemente la protagonista, dicendoci l'età (e gli anni passano col passare dei libri), dove vive, ricordandoci l'amore platonico per il suo padrone di casa, spiegandoci come sia arrivata a fare la P.I., dicendoci che è divorziata due volte, orfana e perennemente single.
Poi le storie, di volta in volta, ci fanno conoscere personaggi nuovi che fanno strettamente parte dell'indagine in corso e ritroviamo invece personaggi ricorrenti che evolvono con lei con il trascorrere del tempo: colleghi, amici, amanti.
I gialli sono carini, alcuni prevedibile e altri meno, ma dobbiamo calcolare che sono anni '80 e a leggerli oggi, con una letteratura poliziesca e gialla che si è diffusa a macchia d'olio negli ultimi anni, per forza di cose alcune situazioni sembrano un già visto. La Grafton ha il merito però di aver creato una investigatrice carina, originale e moderna, perfettamente calata nei suoi anni '80 (periodo in cui si svolgono le vicende) che fa trascorrere ore piacevoli in sua compagnia.
La scrittura è semplice, l'intreccio sufficientemente originale anche se a leggerli tutti in fila si percepisce che gira e rigira le cose si assomigliano un po', eppure non stanca e si lascia leggere volentieri, sia per scoprire il colpevole dell'indagine che per assistere alle vicende personali di Kinsey e del suo adorabile vicino di casa, di Rosie, che gestisce una trattoria decisamente pittoresca, e degli altri attori che rendono quasi obbligatorio proseguire con la lettura di tutta la serie!
Davvero una piacevole scoperta! meglio tardi che mai!

martedì 15 aprile 2014

Il nostro comune amico, C. Dickens. Feuilleton mese di marzo - Libro II capitoli 1 - 4

la noia più assoluta
Lo so, avevo iniziato in silenzio, poi avevo preso in qualche modo il ritmo e facevo un commento ad ogni capitolo letto e poi di nuovo il silenzio... questa volta proprio tombale. Sto parlando de Il nostro comune amico di Dickens naturalmente, di questa croce che ci stiamo portando avanti da tempo immemore e che purtroppo per noi ci porteremo avanti per ancora tanto (troppo) tempo.
Sara, la nostra meravigliosa Amaca di Euterpe Ã¨ molto più costante e ligia al dovere, io la stimo ma mi arrendo alla noia che il libro mi suscita e mi limiterò ad un commento (critica, sfogo, insulto) mensile così come sono poi le tappe della lettura.
Il mese di marzo ci impone di leggere i primi quattro capitoli del libro secondo. Evviva... almeno non sono molto lunghi e il dolore è più lieve.
I capitoli vedono rispettivamente coinvolti: l'affascinante Fledgeby con l'ebreo suo tirapiedi e qui l'acidità e la "carogneria" dell'autore danno il meglio di se. Se poi si aggiunge pure l'apparizione breve (ma ugualmente fastidiosa) del Lammle...
Nel capitolo 2 abbiamo Riah, l'ebreo che passeggia di notte con Uccellino la quale gli spiega come prende spunto per creare le sue bambole e qui, quando c'è questa sventurata bambina, Dickens almeno sembra lievemente coinvolto e scrive, almeno mi pare, con un filino in più di sentimento.
nel capitolo seguente abbiamo il colpo di scena: Riderhood la carogna viene ripescato da un incidente accaduto nel fiume e tutti sono intorno al suo capezzale (nella locanda dove era stato bandito!) a chiedersi se vivrà o meno. L'ipocrisia della gente che lo odia ma che vuole vedere il miracolo permea tutto il capitolo.
Finiamo in bellezza (ooohhh!!!) con una riunione di famiglia in casa Wilfer in cui si dovrebbe festeggiare l'anniversario dei signori Wilfer e assistiamo alla solita noia e alla solita odiosa sceneggiata della madre di Bella, che si lamenta, lancia frecciatine, intimorisce e mortifica quel pover'uomo di marito che si ritrova. La fine vede padre e figlia fuori casa che si scambiano chiacchiere e dove abbiamo Bella che non perde un colpo per far capire quanto sia avida e assetata di soldi.

Ecco questo è ciò che è accaduto nei capitoli mensili. E la mia domanda è: ma davvero all'epoca la gente fremeva per sapere cosa sarebbe accaduto? era veramente in attesa all'edicola sperando nella veloce uscita della puntata successiva? no perchè c'è davvero qualcosa che non va. Io mi sarei piuttosto augurata che a Dickens improvvisamente venisse un bel crampo alla mano che gli impedisse di scrivere ancora in modo da finire questa benedetta agonia.
Non succede un tubo. I capitoli sono slegati e senza senso. L'unione c'è solo perchè qualche tizio prima o poi si incontra con un altro. Vorrei trovare un senso (oltre alla solita necessità di pagare le bollette che aveva l'autore) perchè non è possibile che sia stato scritto e soprattutto pubblicato una roba del genere!
Tremo di terrore al pensiero della fine!

lunedì 14 aprile 2014

La giostra dei fiori spezzati, M. Strukul

In una gelida Padova del 1888 si aggira un killer spietato che uccide in maniera atroce delle prostitute. Il caso si presenta decisamente insolito sin dalla prima vittima e l'ispettore Pastrello capisce subito di avere bisogno di punti di vista diversi, di menti che ragionino in maniera particolare che lo aiutino a capire cosa sta accadendo. E' per questi motivi che chiede al giornalista Giorgio Fanton di dargli una mano e che insieme coinvolgono l'alienista Alexander Weisz. 
Gli omicidi sembrano coinvolgere prevalentemente la zona malfamata della città, il Portello, dove sono la malavita e la povertà a farla da padroni eppure trattandosi di prostitute anche la Padova bene rischia di essere coinvolta e per questo abbiamo il sindaco che incalza per una soluzione rapida e che non abbia troppa risonanza. 
Il libro quindi si avvia ad essere una caccia all'uomo e i tre investigatori (chiamiamoli così) si trovano circondati da personaggi che riescono a creare benissimo il contesto e a farci rivivere l'atmosfera dell'epoca. Abbiamo il giornalista del giornale concorrente a Fanton che pubblica notizie dettagliate incolpando i nostri tre della mancata risoluzione del caso, abbiamo gestori di bordelli perfettamente calati nella parte, c'è Erendira, l'incantevole zingara che in qualche modo cerca di aiutare a capire chi sia il killer che terrorizza la città, e poi il sindaco, la massa stessa della popolazione. E la città. Sì perché Padova stessa è una protagonista nel romanzo, non si limita ad essere l'ambientazione. Il quartiere del Portello vive, ha una propria identità che sembra staccarsi dal resto della città, così come la Padova centrale dei caffè e dei palazzi ne ha un'altra specifica.
I personaggi sono ben caratterizzati e la lettura scorre abbastanza velocemente. Dico abbastanza perchè l'autore ha operato un lavoro minuzioso sul linguaggio che adattandosi perfettamente all'epoca di ambientazione della sua storia è quindi estremamente elegante e ricercato per cui più "lento" se così si può dire. L'idea poi di inserire qua e la articoli dei due quotidiani dell'epoca è ottima per farci capire il contesto socio-economico della Padova di fine '800, dei suoi problemi: la povertà, la pellagra, il malcontento e rende evidente il lavoro di documentazione storica operato da Strukul nella stesura. Nulla è lasciato al caso, e pur non facendo mistero dell'evidente rifarsi ai romanzi di Carr e al suo alienista, il risultato è un libro comunque originale e ben scritto. Non mancano i classici elementi di genere: il tormentato Weisz che usa oppio e laudano per cercare di dimenticarsi i dolori patiti da bambino per la morte della madre, l'andare a prostitute nei bassifondi anche della gente per bene (come il nostro giornalista), l'ipocrisia del tempo, il tutto in una città invernale nebbiosa e gelida che contribuisce a creare l'atmosfera adatta alla trama.
Mi è mancata una pianta della città dell'epoca magari da sovrapporre a una attuale per vedere le differenze (ma padova è la mia città e forse interessa solo a me!) e per correre ancora meglio con i nostri protagonisti alla ricerca del folle omicida.
Dovrebbe essere la prima di una serie di avventure di Weisz! sono estremamente curiosa di capire cosa potrà accadere ancora nella mia Padova.

La giostra dei fiori spezzati. Il caso dell'angelo sterminatore
Matteo Strukul
Mondadori Omnibus
aprile 2014
euro 17,00
pag. 284

martedì 8 aprile 2014

Padova, Sottopasso della Stua, presentazione La giostra dei fiori spezzati di M. Strukul

Sabato 5 aprile alle ore 18.00 si è svolta la presentazione di un nuovo libro ambientato nella mia Padova: "La giostra dei fiori spezzati" di Matteo Strukul. Da quando avevo saputo della pubblicazione di questo romanzo avevo atteso fremente perchè quando l'ambientazione è la propria adorata città c'è sempre un po' di suspence in più ad accompagnare l'attesa!
Matteo Strukul
E così sabato tardo pomeriggio sono andata alla presentazione. Il libro l'avevo già acquistato praticamente il giorno dell'uscita!
La location scelta è stata la nuova sede dell'Associazione culturale Sugarpulp di cui l'autore è uno dei soci fondatori e che ha avuto il merito di dare nuova linfa vitale alla vita cultural-letteraria patavina portando illustrissimi nomi al festival annuale che organizzano solitamente in settembre, lo Sugarfesival! ma siamo qui per parlare della presentazione.
Indubbia la soddisfazione dell'autore suppongo per la quantità di gente accorsa all'evento! Il fatto di aver scelto "casa" come luogo credo abbia da un lato facilitato il compito perchè se non altro la componente di familiarità con l'ambiente avrà aiutato ma dall'altro, forse, l'ansia da prestazione diventa quasi maggiore, circondato dai tuoi amici, dai tuoi seguaci sugarpulp, senti sì il loro sostegno ma il desiderio di fare bella figura è ancora più impellente e di conseguenza aumenta la tremarella  (almeno, questo è quello che avrei provato io e che provo io ogni volta che col mio Gruppo Cinofilo creiamo un evento "in casa").
In ogni caso la presentazione è stata fantastica! un ambiente rilassato, stimolante e variegato, con i quotidiani padovani e l'assessore presenti ad intervistare, intervenire ed esaltare con le loro domande il lavoro operato da Strukul nella creazione del libro. Perché si tratta sì di un lavoraccio! il thriller è storico, ambientato nella padova di fine '800 e la mole di lavoro per creare una ricostruzione storica fedele si intuisce esser stata notevole. L'autore stesso lo conferma raccontando di giornate passate alla Biblioteca Civica rileggendo tre annate dei due quotidiani che si pubblicavano all'epoca per incastrare la sua storia (finta) con la situazione socio.economico-politica (vera). Ma che l'autore sia uno studioso e un appassionato della propria città, oltre che della letteratura di genere lo si capisce da ogni singola parola che pronuncia, l'entusiasmo traspare e la sua emozione per essere arrivato a pubblicare nella stessa collana (Mondadori Omnibus) di autori che lui venera è talmente evidente da far quasi tenerezza! 
Alla presentazione di questo bellissimo romanzo (di cui però parlerò nel dettaglio nel prossimo post di recensione dato che l'ho finito velocemente!!) hanno poi unito la premiazione di un concorso fotografico che il popolo di Instagram padovano aveva indetto, facendo fotografie di una Padova gotica in perfetto stile "La giostra dei fiori spezzati" e devo dire che c'erano delle foto spettacolari, con angoli della mia città che adoro e che sembrano ancora oggi usciti dal 1800!!
Insomma che dire, il thriller è un gran thriller, con personaggi perfettamente intonati, atmosfere curate al minimo dettaglio e trama ben congegnata; l'autore si merita un gran successo e i padovani (i veneti in generale oserei dire) devono comprare questo libro perché passeggiare per la nostra città vestita però di storia non ha prezzo! 
Complimenti Matteo e in bocca al lupo!!!!