venerdì 21 novembre 2014

Real murders, il club dei delitti irrisolti, C. Harris

Io la Harris la conoscevo solo ed esclusivamente per la serie di True blood, tra l'altro letta direttamente in inglese visto che le traduzioni in italiano facevano passare Sookie se possibile per una tipa ancora più demente di quel che è! poi mi sono appassionata alle serie tv che è come seguire tutt'altra storia dato che accadono cose totalmente diverse rispetto ai libri e persino i personaggi sono stravolti paragonati alla loro "vita letteraria", ma poiché Eric e Alcide sono decisamente presenti nella serie...beh... motivo in più per guardarla!
Mi sono imbattuta per caso in questa sua serie gialla e ho subito voluto provare.
Aurora Teagarden, figlia di una bella e ricca agente immobiliare, fa la bibliotecaria nel suo paese di nascita e appartiene ad un club che si riunisce una volta al mese per parlare di casi celebri irrisolti del passato. In questo club fanno parte le persone (poche) ma più varie: bibliotecaria, giornalista, poliziotto, pensionato...insomma una piccola compagine che in comune ha tendenzialmente solo questa passione. Il tutto precipita quando a una delle loro riunioni viene trovata cadavere la segretaria del club e la modalità con cui è stata ammazzata è decisamente troppo simile a un delitto famoso perchè non ci si accorga della analogia. Da qui in poi gli omicidi ricalcanti omicidi celebri continuano, così come la presenza di indizi volti a mettere l'uno contro l'altro gli appartenenti del club, tutti sospettabili.
La storia è gradevole, Aurora è decisamente la bibliotecaria stereotipo ma credo che la Harris volesse proprio questo. Accanto a lei anche gli altri personaggi ricalcano un po' il cliché classico: poliziotto carino, nuovo amico che le fa la corte e che indaga con lei, amiche belle che le danno consigli, insomma è tutto un probabile già sentito eppure la storia è estremamente gradevole, la scrittura della Harris è sempre fresca e ti fa restare volentieri tra le sue pagine a leggere le sue storie. Non so, probabilmente anche in questa serie con la traduzione è stato perso qualcosa ma non la leggerò in inglese, mi godo le avventure per quello che sono: delle buone storie gialle, relativamente poco sanguinarie che semmai dovessero far venire in mente qualcosa ci riportano a un filone più classico, senza tutto quel noir, quella violenza e quel sangue cui ultimamente siamo forse più abituati!

Real murders, il club dei delitti irrisolti. I misteri di Aurora Teagarden 1
Charlaine Harris
Delos book
14,90
2012
pag. 234

venerdì 14 novembre 2014

Pomi d'ottone e manici di scopa, M. Norton

Qualche tempo fa l'immancabile Amaca di Euterpe aveva pubblicato sulla sua pagina facebook la notizia che Salani avrebbe (finalmente) ristampato questo libro per ragazzi! Ovviamente io, quale adoratrice del genere, quasi cado dalla sedia per la gioia e da quel giorno ho iniziato a tampinare la mia amica che lavora in libreria in attesa dell'uscita! Finalmente il fatidico momento giunse e la copia del libro arrivò felicemente a casa mia!
Il ricordo che avevo di questa storia era dato soprattutto dal film che ne fece la Disney, dove una deliziosa Miss Price (Angela Lansbury pre-signora Fletcher!), il papà dei bimbi di Mary Poppins e tre ragazzini giravano sto pomo e volavano verso avventure magiche sul letto di ottone! Che delizia: magia, risate e comunque sempre un insegnamento da dare ai bambini.
Fantastico! però il libro è tutto diverso! diciamo che a rimanere invariati sono i nomi dei personaggi, la località e ovviamente il letto volante! Ci sono tre fratellini in vacanza dalla zia, seria e compita e le povere creature un po' si annoiano finchè non si imbattono in Miss Price una aspirante strega che ha ancora qualche problema a volare con la sua scopa! Inutile dire l'entusiasmo che pervade i bambini con questa scoperta! e miss Price per paura che possano diffondere il suo segreto li lega a se regalando loro un incantesimo che svanirà qualora dovessero rivelare a qualcuno che lei è una strega! Trascorrono una bella estate viaggiando sul letto e combinandone di ogni ma ad un certo punto sono costretti a ritornare a casa e a lasciare la zia. Nella seconda parte del libro abbiamo un salto temporale e i ragazzini leggermente cresciuti hanno di nuovo la fantastica opportunità di trascorrere parte dell'estate proprio da Miss Price e di nuovo ne accadono di ogni! Non è un giallo ma non mi va di entrare in ulteriori dettagli per il semplice fatto che va letto gustando ogni pagina, lasciandosi pervadere dalla magia e dall'entusiasmo che i bambini sanno trasmettere trovandosi a vivere situazioni fantastiche! 
Pomi d'ottone e manici di scopa è un classico che, secondo me, andrebbe letto ad ogni bambino per far provare quelle belle sensazioni, per farlo restare a bocca spalancata, per farlo gridare "forza miiiiissss Priiiiceeeeeeee" assieme a Carey, Charles e Paul e perchè no, per farlo restare ad osservare fuori dalla finestra per vedere se si imbatte anche lui in una aspirante strega per corrispondenza che cade spesso dalla scopa! Il libro insegna anche il rispetto delle regole, l'educazione e soprattutto la lealtà.
Ok si è vagamente intuito che mi è piaciuto eh!? e ribadisco ancora una volta che chi considera la letteratura per l'infanzia letteratura di serie B si merita tutte le varie ciofeche che girano per le librerie da qualche anno a questa parte!! E' estremamente difficile scrivere per ragazzini e non per lo stile che ovviamente dovrà essere semplice (e quindi niente esercizi di prosa per fare i "fighi") ma proprio perchè un ragazzino, senza pretese di commentare sintassi e grammatica, percepisce la storia, l'insegnamento, deve arrivare a vedere come amici i personaggi e questo è maledettamente difficile!! molto più difficile, enormemente più difficile di buttar giù quattro frasi fatte sull'amore tra trentenni (ogni riferimento è puramente casuale.... :P )
In una parola? ADORABILE!

Pomi d'ottone e manici di scopa
Mary Norton
Salani 
sett. 2014
euro 13,00
pag. 207

giovedì 13 novembre 2014

Mrs Poe, L. Cullen

Che libro affascinante!
Io amo Edgar Allan Poe e sono fermamente convinta che sia stato un genio (folle senza dubbio ma geniale!) e non avrei mai potuto lasciarmi scappare l'occasione di leggere un libro che parla di lui e della sua vita, seppur romanzata.
Ho trovato la scrittura della Cullen assolutamente idonea al genere, scorrevole e chiara. Nonostante a volte ci siano pagine meno coinvolgenti, il libro non è mai pesante e scivola via veloce.
Mrs Poe narra della liason amorosa che ha legato il sommo Edgar Poe alla poetessa Frances Osgood tra il 1845 e il 1848. Si incontrano per la prima volta in uno dei salotti letterari tanto amati e in voga nell'ottocento e contro ogni previsione i due si sentono immediatamente legati da qualcosa di indefinibile che va oltre il raziocinio. Lei è una donna recentemente abbandonata dal marito pittore libertino, che vive a casa di amici assieme alle sue due figlie. Lui è un poeta e un critico spietato, che si fa odiare da quasi tutti gli uomini per la sua penna avvelenata e folgora le donne con bellezza e mistero. Sposato alla cugina-bambina che spesso porta con se negli incontri letterari, il nostro poeta e la Osgood iniziano un legame prima solamente intellettuale poi anche fisico che li porterà a passioni folli quanto dolorose. I sensi di colpa di lei e le rigide convenzioni della società in cui vivono fanno sì che la vicenda sia sempre e solo tormentata. Virginia, la moglie di Poe, cerca anche lei di instaurare un rapporto con Frances tanto da coinvolgerla e invitarla spesso a casa o a gite varie, sempre accompagnati dalla mamma della giovane moglie malata di tisi e le cose vanno intricandosi...
Non è una semplice storia d'amore. Abbiamo un meraviglioso affresco della società dell'epoca, leggiamo di autori importantissimi calati nel contesto e quindi anche alle prime armi (la mia adorata Alcott, Melville che vuole scrivere di una non precisata balena!), insomma tante piccole chicche che mi hanno fatto passare il tempo sottolineando frasi e nomi per poi cercare corrispondenze reali nel web! La Cullen ha fatto un ottimo lavoro di ricerca ed è infatti quasi tutto corretto quello che scrive e sono poche le licenze poetiche che si prende. La storia diventa comunque piuttosto macabra, con la malattia di Virginia che non si sa se essere solo fisica o anche mentale, con la cupezza di Edgar Poe e con le parole de Il corvo che risuonano in ogni pagina "...mai più...mai più...."
La vita dei tre protagonisti e di chi li circonda non è stata delle più felici e l'epilogo è davvero triste e amaro, quasi fosse d'obbligo solo un finale tragico per personaggi di tale livello artistico e capaci di tali passioni totalizzanti.
Una lettura davvero affascinante.

Mrs Poe, Cullen Lynn
Neri Pozza
2014
pag. 396
euro 18,00

venerdì 7 novembre 2014

Il caro prezzo della privacy, J. Ritchie


Allo SugarCon di quest'anno oltre alle interessanti conferenze di cui ho già ampiamente parlato qui, ho conosciuto anche una nuova libreria. Stilelibero. E' a Foggia (per ora perchè presto sarà a Firenze!) e sta chiudendo perchè per le librerie indipendenti la vita è sempre più dura. Beh io ho imparato a conoscerla e ad adorarla. Finalmente un titolare che ama i libri, che è specializzato nei generi che più adoro (noir, gialli, thriller) e che adora fare il suo lavoro, adora consigliarti. E' grazie a lui che ho scoperto questa chicca. Non conoscevo l'autore e il fatto che fossero racconti me l'avrebbe quasi certamente fatto snobbare se l'avessi visto su qualche scaffale. Mauro (libreria stilelibero) invece me l'ha consigliato e poiché mi pareva ferrato sull'argomento e mi pareva avesse capito abbastanza bene i miei gusti, mi sono fidata e l'ho comprato!

E' un libriccino veloce, racconti di pochissime pagine che ho letto in treno tra il viaggio di andata e ritorno a Venezia. La gente che mi era attorno mi guardava stranita perché troppo spesso sbarravo gli occhi per poi mettermi a sghignazzare!
Sono delle miniature deliziose che ogni sacrosanta volta ti spiazzano e quello che è ancora più divertente è capire che il finale per quanto assurdo, ci sta tutto!
E' difficile scrivere un commento più articolato sui racconti perchè sono davvero brevissimi e ogni parola rischia lo spoiler e invece vanno letti in totale inconsapevolezza per non togliere nessun gusto al finale!
Certo, qualcuno mi è piaciuto più di qualche altro ma nel complesso è una raccolta da 10 e lode!
Molte sue opere sono state usate per la serie televisiva Alfred Hitchcock, così come ne è stato tratto un famoso film "E' ricca, la sposo, l'ammazzo" con Walter Matthau.
Credo che le parole del retro di copertina descrivano (per una volta!!!) brillantemente quello che questo autore è: “Ebbi la sensazione che quel tipo avrebbe potuto scrivere Guerra e pace sul retro di una cartolina”. 
Ebbene, Jack Ritchie, geniale scrittore di racconti noir, sarebbe in grado di farvi credere che il vero assassino di La finestra sul cortile è… il regista del film. 
Dimostrarvi che Paperino è un magnate della finanza a riposo.
 Condurvi al sospetto che il vostro droghiere, Miles Davis e, perché no, perfino il presidente della Croce Rossa, siano spie. 
Lo scopo? Spiazzarvi e sorprendervi, una storia dopo l’altra.
 E folgorarvi, alla fine di ogni racconto, con un elemento assolutamente impensabile, non visto, nascosto con l’abilità di un prestigiatore."
Non mi dilungo oltre, comprate e leggete questo libro e le altre sue raccolte! impossibile pentirsene!!

Il caro prezzo della privacy, Jack Ritchie
Marcos y Marcos
2002
euro 9,50
  • Autore: Jack Ritchie
  • Genere: 
  • Collane: 
  • Data Pubblicazione: 8/03/2002
  • Numero di pagine: 160
  • Codice EAN: 9788871682846
  • Prezzo di listino: 9.5 €
  • Lingua Originale: EN




giovedì 6 novembre 2014

Il presagio, D. Seltzer


Io Halloween per quanto possibile lo prendo sul serio e come minimo una lettura horror la devo fare!! Sono certa che con L'amaca di Euterpe mesi fa avessimo trovato un elenco di letture possibili di genere ma ne io ne lei ci siamo ricordate "dove, come, quando" (evidentemente l'annata in cui siamo nate è quella in cui a farla da padrona era la fata smemorina). Ma ci siamo perse d'animo? assolutamente no! e infatti è saltata fuori una lettura in pieno stile orrorifico (pure troppo!!): Il presagio (The Omen per gli anglofili).


Negli anni sono leggermente migliorata quando si tratta di avere a che fare con determinati generi in cui ci sono possessioni e diavoli, non leggo più solo alle 10 di mattina in una stanza inondata dal sole, eppure la sera tardi, col buio pesto fuori magari prendo un bel libro in cui il demonio non ci sia..ecco!
Io vidi il film secoli fa, sia l'originale che il remake ma ammetto che a parte qualche scena sporadica e la trama in generale non è che lo ricordi granché quindi la lettura è stata scevra da confronti e ricordi; solo l'inizio la scena alla festa di compleanno di Damien nel parco della sua villa mi ha sbattuto davanti agli occhi le immagini del film. Poi basta.

Bello. Davvero un bel libro di quelli che piacciono a me. Seltzer ha scritto una cosa abbastanza veloce, non si dilunga poi molto in nessun particolare ma l'angoscia che riesce a trasmettere è profonda.
Il presagio parla dell'arrivo dell'Anticristo, così come annunciato dai Sacri Testi, il demonio distruggerà il mondo, il male prenderà il sopravvento e accadrà partendo dal centro del potere del'epoca in cui si troverà a nascere. 
Assistiamo pagina dopo pagina all'evoluzione del male, vediamo come un bellissimo e amatissimo bimbo di appena quattro anni possa nascondere le cose più oscure, siamo partecipi della distruzione di una famiglia, logorata da dubbi, bugie, paure considerate irrazionali e proprio per questo ancora più spaventose. Leggiamo di scene dolci tra una mamma e il proprio bimbetto, come la gita allo zoo e ci ritroviamo invece a guardare negli occhi il nero più profondo, la vera oscurità, il vero male.
Ci sono scene abbastanza scontate in alcuni punti, ma il libro è relativamente vecchio ed è stato tra i primi comunque di questo genere. Se poi ci rifletto di libri come questo e come L'esorcista non è che ce ne siano così tanti eh. L'argomento è difficile e con questi due "capolavori" si può dire che tutto sia stato scritto, secondo me rappresentano veramente in maniera emblematica l'immaginario collettivo delle possessioni e dell'arrivo dell'anticristo.

L'ultima pagina la chiudi angosciata. Sono fermamente convinta che anche per chi non è credente questo genere sia una bella botta. Tutti noi penso, abbiamo paura di qualcosa di astratto, chiamarla demonio è tipico dei cattolici ma in generale le cose che non riusciamo a spiegarci fino in fondo qualche dubbio lo instillano, possiamo essere razionali ma la notte, al buio, quando le difese che mettiamo in funzione tutto il giorno ci abbandonano un pochino, i retaggi dell'infanzia, la paura dell'ignoto, un vago senso di inquietudine arrivano... solitamente siamo bravi a mandarle via ma libri come questo vanno a toccare corde che sono troppo in profondità e se a voce alta diciamo "stronzate, il demonio non esiste", sotto sotto forse un piccolo dubbio giace in un angolino della nostra mente e soprattutto del nostro cuore.....

martedì 21 ottobre 2014

Mr Mercedes, S. King

Cercherò di essere obiettiva! lo dico già come apertura perchè mi accingo a scrivere un commento a Mr Mercedes e di conseguenza a sua maestà Stephen King che ormai tutti sanno che venero!
Ci si interrogava se questo libro era davvero stato scritto da lui, il ritmo con cui sforna romanzi è effettivamente quasi imbarazzante (per me si tratta solo di gioia assoluta!) ma è anche vero che King scrive da sempre e a ritmi incredibili e spesso i romanzi che escono sono rivisitazioni di scritti lasciati nel cassetto per decenni, ecco qui allora il perché (spesso) della prolificità dell'uomo! In ogni caso se anche il dubbio sull'esistenza di un ghost writer si pone, viene dissipato immediatamente! riconoscerei lo stile di King tra mille, solo lui hai il potere di coinvolgermi totalmente e catapultarmi dentro la sua realtà neanche fosse una sorta di lettura in 4D. Il modo di narrare è il suo!
La storia...beh innanzitutto ho scoperto con orrore che si tratta del primo volume di una trilogia e io ne ho due balle di queste robe che dio solo lo sa! ma romanzi autoconclusivi non ne scrive più nessuno???? o sono io la sfortunella che incappa sempre in saghe, trilogie e simili?! Oltre a questo c'è da dire che si tratta di un thriller. Basita pure per questo. 
La trama: in attesa fuori da un centro commerciale ci sono centinaia di persone che sperano in un posto di lavoro. Conosciamo alcuni di questi aspiranti lavoratori, una mamma con una neonata, un ragazzo, ascoltiamo le loro speranze e i loro sogni quando all'improvviso una Mercedes piomba su di loro e fa una strage. L'autore non verrà trovato, solo l'auto con dentro una maschera da pagliaccio! (ciao Pennywise mio!).Il detective in pensione Bill Hodges viene contattato un anno dopo la strage dal presunto killer e inizia così una caccia al colpevole. 
Il detective usa all'incirca tutti gli stereotipi del genere: intrallazzi con vecchi amici all'interno del dipartimento, coinvolgimento di "civili" abili col pc e di donne in qualche modo legate alla strage che poi diventano la classica pseudo-storia d'amore. Insomma i cliché non mancano eppure la storia scorre. 
Io leggo King certamente per le storie che mi racconta ma soprattutto per la sua abilità nel tratteggiare la mentalità dei personaggi, la sua capacità di entrare nella psiche e far leva su cose apparentemente stupide e banali per poi creare un personaggio, seppur folle e pazzo, verosimile (penso agli innumerevoli cattivi dei suoi innumerevoli romanzi). E' in grado di suscitare emozioni sempre e comunque e per questo io lo adoro.
In sostanza se volete leggere Mr Mercedes in quanto giallo (o thriller, chiamatelo come vi pare) probabilmente resterete delusi perchè chi è un minimo abituato al genere lo troverà senza dubbio semplice da quel punto di vista, se invece lo volete leggere per avere qualche ora con una buonissima storia, scritta con la solita bravura di King sarete pienamente soddisfatti! ci sono stralci di libro che da soli valgono l'acquisto (a proposito grazie Sperling sia per i prezzi sempre alle stelle che per quella c***o di copertina). Io aspetto con ansia il seguito che mi fionderò a comprare appena uscito, come sempre accade con King!


venerdì 10 ottobre 2014

SugarCon 2014 - barbabietole da urlo!

Arrivo con un ritardo scandaloso ma nonostante sia trascorso del tempo non posso non parlare dello SugarCon che si è tenuto nell'ultimo fine settimana di settembre nella mia bellissima Padova.
Quest'anno ho purtroppo potuto partecipare solo ad alcuni eventi del venerdì pomeriggio ma ammetto che per fortuna ho incontrato esattamente gli autori a cui tenevo di più!!! 
Iniziato alle 16.00 con la presentazione della collana Sabot/Age delle edizioni E/O. A parlarcene la direttrice della collana Colomba Rossi e alcuni degli autori della sua scuderia: Piergiorgio Pulixi (di cui avevo amato alla follia Una brutta storia di cui si può leggere un commento qui), Stefano Cosmo (che assieme a Ciro Auriemma formano il Collettivo Sabot), Luca Poldelmengo e a moderare il primo autore che ha pubblicato con Sabot/Age, Matteo Strukul (che è pure il direttore artistico di SugarCon). 
Mi ero portata via giusto pochi euro per non incorrere in tentazione, ovviamente di fronte al luogo dell'evento c'era una banca e sono corsa a fare bancomat! non potevo resistere all'acquisto del cartaceo da far poi autografare. Interessante questa prima conferenza, una collana che racchiude stili diversissimi tra loro ma accomunati da una attenzione al quotidiano, che poi sia in stile prettamente letterario, o noir, o pulp permette  a ciascuno di noi di trovare sempre un libro perfetto. Io mi sono comprata Padre nostro del Collettivo Sabot, avevo seguito l'intervista via twitter qualche settimana fa e mi aveva incuriosita e non ho potuto resistere! Poldelmengo invece ha presentato il suo nuovo romanzo che sarebbe uscito di lì a pochi giorni (ormai è in vendita) "Nel posto sbagliato" incuriosendo credo l'intero pubblico! 
Secondo intervento...che bramavo come un assetato nel deserto..lui...un uomo che ormai ho imparato a venerare leggendo i suoi libri che vanno dal pulp più pulp, al noir più noir allo storico più accurato (condito da taaaaaanta violenza), Tim Willocks! L'hanno scorso l'avevo addirittura braccato fino al bagno per un autografo e quest'anno sono riuscita a godermi la sua intervista seduta a pochissima distanza!
L'incontro (moderato sempre da Strukul) era assieme a Luca Di Fulvio, autore che ammetto non conoscevo ma di cui ho naturalmente comprato il libro visto che trama e ambientazione mi piacevano molto. La discussione verteva su Roma, Venezia e la Parigi del 500 e su come le città in alcuni romanzi (tipo appunto I 12 bambini di Parigi e La ragazza che toccava il cielo) diventino dei personaggi veri e propri. Di Fulvio non l'ho ancora letto ma Willocks e i dodici bambini sì e la ricostruzione storica della notte del massacro di San Bartolomeo in una Parigi a ferro e fuoco è a dir poco strepitosa e la città è effettivamente una protagonista, con una vita propria che riesce a interferire in quella dei suoi abitanti. Un romanzo questo che ho adorato, 700 pagine scorrevoli e appassionanti.
L'ultimo incontro a cui ho assistito (e purtroppo non totalmente) invece aveva come protagonisti Sarah Pinborough e il suo "Omicidio a Whitehall" e Matteo Strukul con la sua Giostra dei fiori spezzati (di cui ho parlato qui), a moderare Marco Piva, ovvero il magnifico traduttore di Willocks tra le altre... Sono riuscita a sentire la Pinborough e anche lei, come i due autori precedenti, parla della Londra del suo romanzo come di un personaggio. Le storie raccontate in Omicidio a Whitehall e ne La giostra dei fiori spezzati vengono accomunate dall'atmosfera tipicamente noir di fine '800 dove lo spettro di Jack lo Squartatore aleggia (sì, anche nella Padova di Strukul sembra quasi di vederlo). 

Che dire, adoro questo festival cui partecipo da quattro anni. La prima volta ero andata perché c'era il mio amato Joe Lansdale e non potevo credere ai miei occhi! In generale presenta una serie di eventi di altissimo spessore e merito dell'organizzazione (hip hip hurrà per il Presidente Giacomo Brunoro e tutto lo staff) è quello di reinventarsi ogni anno pur mantenendo le caratteristiche base che lo stanno facendo diventare sempre più un Festival di respiro oserei dire mondiale visti gli autori chiamati. Quest'anno le location degli eventi erano varie e sparse per la città e credo che questa scelta abbia consentito un'affluenza di pubblico maggiore e una maggiore visibilità, senza contare che il Pedrocchi è una cornice sempre affascinante (anche se la nuova gestione non mi piace affatto). Si parla di letteratura prevalentemente noir, ma anche di cinema e fumetti e, tanto per dirne uno, portano Victor Gischler, autore Marvel, mica l'ultimo dei cretini! (che se mi è concesso dirlo poi è pure incredibilmente simpatico!!!!!).
Attendo con ansia il prossimo anno e spero pure che i giorni siano diversi e non coincidano col compleanno del mio piccolo Micro, così mi posso godere l'intero weekend! :P




lunedì 8 settembre 2014

presentazione La ragazza meccanica, P. Bacigalupi - Rassegna Sugarcon 2014

da sinistra: Matteo Strukul, Paolo Bacigalupi, Carlo Vanin
Ieri, domenica 7 settembre, c'è stata a Padova la presentazione di un libro di fantascienza scritto da Paolo Bacigalupi, di chiara origine italiana ma americano ormai da più di tre generazioni. Il romanzo si intitola La ragazza meccanica, e io non avevo la più pallida idea di che caspita fosse.
Poiché la presentazione avveniva nell'ambito della rassegna Sugarcon, trattasi di anteprima più correttamente, e poiché su facebook girava l'evento cui ero stata invitata a partecipare, ho inforcato la mia Vespa e mi sono fiondata in centro ad assistere.
Giusto per non arrivare totalmente impreparata avevo naturalmente googlato l'autore e ho scoperto che quest'uomo è praticamente il futuro della fantascienza americana. E' osannato negli Stati Uniti, considerato l'erede di William Gibson (l'attuale esponente massimo del genere) e i suoi libri e racconti hanno vinto i premi letterari più prestigiosi: il Nebula, il Locus, l'Hugo.
E' per la prima volta in Italia a presentare il suo libro"la Ragazza meccanica", uscito in america nel 2009 e arrivato ora da noi grazie alla MultiPlayer.it, casa editrice che sta sfornando gioiellini non indifferenti (v. quella meraviglia di autore che è Tim Willocks).

La presentazione è stata davvero interessante e lo dico da non appassionata del genere! per cui suppongo che tutte le persone fans della fantascienza presenti fossero davvero entusiaste! L'intervista è stata condotta da Carlo Vanin, barbabietola Sugarpulp e scrittore neo-pubblicato da Panda Edizioni, affiancato da Matteo Strukul (La ballata di Mila, Regina nera, La giostra dei fiori spezzati) come traduttore.
Ho preso diligentemente appunti durante l'oretta di intervista ma quello che mi ha colpita è stata la timidezza dell'autore e la felicità che lasciava trasparire. Appena arrivato, mettendosi sottovoce (ma non abbastanza!!) d'accordo con Strukul per i tempi di traduzione, ha detto con un sorriso quasi imbarazzato "devo ancora abituarmi a tutto ciò" e durante tutta la presentazione aveva le mani che tremavano! Nonostante l'evidente emozione ha risposto in maniera puntuale, precisa e allegra a tutte le domande che gli sono state rivolte, cercando di spiegarsi al meglio per permettere a tutti di capire il suo romanzo, che come genere è davvero particolare.
Resto sempre piacevolmente stupita quando incontro autori così umili ed emozionati che qualsiasi cosa scrivano mi viene immediatamente voglia di leggerlo! Sarà che a presentazioni di alcuni autori italiani invece trovo spesso l'arroganza e la supponenza di chi pensa di essere L'Autore, quando magari se lo filano in una minoranza assoluta e l'unico pensiero che ho durante l'intervista è togliere l'espressione di autocompiacimento dalla loro faccia. Per carità, Bacigalupi non è ancora famosissimo in Italia probabilmente e ci sta forse il suo imbarazzo, ma lo stesso atteggiamento umile e divertente l'ho visto anche in autori del calibro di Lansdale, tanto per dirne uno, che proprio sconosciuto non è!!
Non voglio dilungarmi troppo, il libro non l'ho letto ma l'ho comprato e me lo sono naturalmente fatto autografare! 
Io ammetto l'ignoranza, il cyberpunk non so praticamente cosa sia, ma studierò! posso però riportare ciò che dice l'autore del suo libro. Lo definisce una sorta di "Agro-punk" visto che il tema principale è l'ambiente e la biodiversità. Temi che gli stanno a cuore provenendo lui da una famiglia "di sporchi hippy" (detto da lui eh!) inseriti in contesti rurali. La Thailandia come location è stata data da un interesse personale e da un piccolo fatto di cui probabilmente non importa nulla a nessuno, ovvero il tentativo da parte di una multinazionale americana di impadronirsi e gestire il gene del riso basmati. Questo in India è stato visto come un attacco imperialista e quindi preso molto a cuore. La Thailandia è l'unico piccolo stato che ha sempre tentato di resistere alla"conquista". 
La struttura del libro è un po' sullo stile Martin, ogni capitolo è la prospettiva di un personaggio e La ragazza meccanica del titolo è ovviamente uno di questi. 
Ora non resta che provare a leggere il romanzo che è sì fantascientifico ma che è perfettamente calato in un contesto moderno. Come dice l'autore stesso, se la fantascienza rimane arroccata su storie di astronavi e robot e computer è probabilmente destinata alla morte, ma se invece si reinventa in un genere che abbracci in qualche modo la realtà che tutti noi viviamo, ha un futuro roseo e sano! e io glielo auguro!


sabato 6 settembre 2014

romanzi vs serie tv: Rizzoli & Isles, T. Gerritsen

Il ritorno dalle vacanze mi ha traumatizzata: è da una settimana che cerco di scrivere un post, ne ho iniziati una marea e sono tutti lì, tristi a giacere come bozza... tutto mi sembra sfiancante per cui preferisco non scrivere nulla di specifico su di un libro fino a che non avrò il neurone un po' più sveglio!

Una cosa che le letture vacanziere mi hanno fatto scoprire invece, è la differenza abissale che esiste tra una serie di libri gialli e la loro trasposizione in serie televisiva. Sto parlando di Rizzoli & Isles, di Tess Gerritsen. Esiste da un bel po' di anni ma io non avevo mai letto nulla (si sa ormai che arrivo sempre in ritardo con le letture, sono rari i casi in cui leggo romanzi appena usciti, fatta eccezione per sua maestà il Re e pochissimi altri). Quest'estate ho iniziato per caso a vedere la serie tv, che come giallo francamente vale poco nulla, ma che ha due protagoniste che trovo stupende! Sembra più una commediola (nonostante gialli e omicidi ci siano eh, per carità) ma l'interazione del detective Jane Rizzoli con la medico legare Maura Isles è spesso piuttosto impostato sul lato frivolo e il telefilm lo guardo per trascorrere un paio d'ore in relax.
Era inevitabile che decidessi di leggere poi i libri, per ritrovare l'atmosfera relativamente leggera e leggere senza troppo impegno sorridendo sull'attenzione maniacale al look di Maura e sull'essere tutto men che meno femminile di Jane. Bene, prendo il primo libro della serie, lo inizio e resto a dir poco basita. Mi dico che forse proseguendo nella serie avrei trovato lo stile e alcune somiglianze... assolutamente no! 
I libri sono estremamente più accurati, il carattere delle due protagoniste molto ma molto diverso da quello che hanno in tv e gli stessi personaggi comprimari sono completamente diversi! i nomi corrispondono ma per il resto si tratta di cose che in comune non hanno niente. E non mi riferisco solo all'aspetto fisico e caratteriale (che effettivamente per tutti o quasi è completamente stravolto) ma alle interazioni stesse tra i personaggi, agli intrecci famigliari, alla mentalità dei singoli!
Perchè?
Cosa fa sì che un libro venga poi così totalmente modificato nella sua trasposizione? Credo sia solo il fatto della maggiore fruibilità a seconda sia da lettura o da visione, ma era davvero necessario questo stravolgimento? alla fine, dopo aver letto ormai quasi tutti i libri della Gerritsen ed essere arrivata alla terza stagione vista del telefilm, mi viene da dire di sì perchè sto seguendo entrambi con interesse ma credo che le caratteristiche delle protagoniste letterarie, messe in tv, sarebbero forse risultate più noiose.
Non ho approfondito nel web (ma lo farò) la reazione dell'autrice alla creazione della serie tv, non so nemmeno se l'abbia poi adattata lei, se sia stata d'accordo o meno. Certo è che le sue Rizzoli & Isles niente hanno a che fare con le altre e devo inoltre dire che vedere prima di leggere mi aveva dato l'idea di una autrice piuttosto leggera quando invece i romanzi hanno delle caratteristiche davvero interessanti!

La nostra cara amica L'amaca di Euterpe, mi dice che anche la serie Woman's murder club è stata totalmente stravolta rispetto alla versione originale letteraria....ora parte la missione di vedere e leggere pure questa!!


le Jane & Maura televisive
Tess Gerritsen



giovedì 31 luglio 2014

Buone vacanze!

Sono indietrissimo con le recensioni e latitante più in generale in questo blog... colpa di un mix di vacanza al mare con bebé e lavoro pre-chiusura estiva.
Ho una sfilza di letture da commentare ma ammetto che la voglia in questo momento è pochissima. Sono stanca e l'idea di mettermi a scrivere (che di solito mi entusiasma) ora mi atterrisce! Quindi, passo solo a lasciare un messaggio di 



e continuo a segnare su un caro vecchio foglio di carta i titoli e le impressioni che mi stanno lasciando queste letture estive! Niente di impegnativo: gialli, la serie di Rizzoli&Isles della Gerritsen, la vera storia di Downton Abbey e della sua Lady Almina, e infine l'incubo feuilleton Dickens che continua!
Auguro un agosto pieno di relax e ottime letture...che tanto se il tempo continua così solo quello resta da fare: stare in casa a leggere! (e a me piace tantissimo come programma!!!!!) e ci si rivede tra qualche tempo, pronti per rendere questo blog decisamente più attivo! 

martedì 8 luglio 2014

La mia seconda vita, Christiane F.

Oh mamma che fatica ingranare con questo libro. Che poi..libro...le biografie sono sempre qualcosa in più rispetto a un romanzo e proprio per questo non posso dare un voto in stelline anobiiane alla vita di una donna.
Christiane F. la tossica più famosa di sempre, riprende il filo da dove l'avevamo lasciata con Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino e ci racconta cosa le è successo.
Io da adolescente avevo letto lo zoo naturalmente e mi aveva impressionata e coinvolta ma non lo rileggo adesso, nonostante ci sia la tentazione, perchè già so che lo vivrei in maniera completamente diversa dall'epoca e non mi va di cambiare il ricordo che ho. 
In compenso questo seguito l'ho letto ora, che adolescente non lo sono più da un bel po', che di problemi pesanti ne ho avuti a carrettate e la sensazione che mi ha pervasa per tutto il libro è stata un'irritazione profonda. Trovavo Christiane una vittima della sua vita ma ora che capisco forse un po' di più, mi trovo a pensare che sia solo una che non sa reagire in altro modo, che non sa affrontare le difficoltà, che si nasconde ancora dietro ad un'infanzia solitaria e dolorosa. Peccato che ci sia chi ha avuto anche situazioni peggiori e non per questo è diventato il tossico più famoso del mondo. Lo so, non sono molto indulgente con le persone deboli purtroppo ma sono conseguenze della vita che uno si ritrova a vivere e se la Christiane adolescente vista con gli occhi di una adolescente poteva suscitare anche un minimo di compassione/comprensione, la Christiane adulta e tossica vista con gli occhi di una adulta mi suscita solo fastidio. 
In pratica questo secondo libro ci porta nella ricchezza post libro e post film, con una Christiane cge frequenta i maggiori intellettuali dell'epoca e che gira il mondo. Sempre insoddisfatta, sempre alla ricerca di altro. Poi ci ricasca, una, due cento volte. Si crea storie d'amore con gente assurda e problematica (e da la colpa al rapporto col padre), ha diversi aborti voluti fino a che non farà invece un figlio perchè sente che l'orologio biologico corre veloce e ancora più svelto per una con il suo stile di vita. Sembra una mamma quasi perfetta ma il figlio le viene tolto all'età di 12 anni. Lei non fa nulla per riprenderlo perchè in fondo con una famiglia affidataria e con altri ragazzini come lui nella nuova casa starà meglio (palle, cara signora Felscherinow, palle per giustificare la tua debolezza anche in quello che a tuo dire è l'amore più forte del mondo. Sarebbe forse stato così se fosse andato a vivere con altri da neonato ma a 12 anni??!!! sua madre eri tu!) ma gli da un sostegno economico per aiutarlo a crearsi una realtà solidi di studio (almeno una roba fatta ben).
Ama i cani, li adora, però riesce a soffocare 5 cuccioli chiudendoli in un sacco e seppellendoli sotto la sabbia, nel suo periodo greco. 
E' tutto e la contraddizione di tutto. Per quanto mi riguarda invece è solo una persona che continua a nascondersi dietro un dito e il successo che può avere adesso è solo una paraculata visto che può usare la scia dello zoo di Berlino.
Pessima su tutti i fronti.

venerdì 4 luglio 2014

Non dirlo a nessuno, C. Thompson

Ogni tanto io e Ile ci imbarchiamo in letture di gialli assieme (ogni tanto... piuttosto spesso a dire il vero!)! A volte ci va bene e ne troviamo di carini altre invece ci troviamo a leggere delle robe davvero tristi. La Thompson per quanto mi riguarda fa parte della seconda categoria.
La trama intriga, c'è questo splendido albergo ormai abbandonato e prossimo alla demolizione che solo a guardarlo ti fa proiettare indietro nel tempo e ti par di vedere ancora dame ingioiellate e signori elegantissimi che percorrono sale, corridoi, camere e l'incantevole parco. Verrà demolito, su decisione irrevocabile della proprietaria perchè secondo lei porta male, è un ricettacolo di avvenimenti cupi e dolorosi.
Adrienne e sua figlia, assieme al loro cane, sono li davanti perchè Adrienne deve dipingere l'hotel come ricordo per una sua carissima amica (figlia della proprietaria) ma quando sono li vengono attirate all'interno e scoprono il cadavere di una bellissima ragazza anch'ella una delle amiche del cuore.
Ora....ci sono altri omicidi, ci sono tentativi di intimidazione, ci sono personaggi che potenzialmente risulterebbero interessanti ma il tutto è mischiato con una superficialità imbarazzante e alla fine par di leggere più un libro rosa che un giallo. I dialoghi sono di un elementare assurdo, gli atteggiamenti di Adrienne sfiorano il ridicolo, un po' alla film horror quando c'è il demente di turno che invece di scappare dopo aver sentito rumori inquietanti provenire dalla cantina, va giù da solo e viene assalito: toh che strano, chi l'avrebbe mai detto. Insomma un libro piuttosto scadente che mi ha fatto pensare che l'autrice tra l'altro soffrisse di qualche complesso tricologico visto che l'attenzione che mette nel descriverci le sfumature dei capelli dei protagonisti rasenta il maniacale, soprattutto della prima vittima, che coi benedetti capelli biondo rame ha letteralmente frantumato l'anima!!! 
Di bello c'è che sono tutti potenziali assassini ma quando arrivi all'ultima pagina la sorpresa nel leggere chi è il colpevole si tramuta in fastidio perchè era impossibile arrivarci dato che non disponiamo di tutti i tasselli e questa è una sorta di truffa!! 
Sono invece presenti le storie d'amore ma almeno queste avessero spessore! no! sembrano cavolate adolescenziali e i dialoghi se possibile sono anche peggiori di quelli tra Adrienne e la sua unica amica del cuore sopravvissuta!
Cara la mia Thompson, ho un altro libro tuo nel kobo ma temo proprio che verrà cancellato senza rimpianto alcuno!

Non dirlo a nessuno
Carlene Thompson
Marcos y Marcos
399 pag
2006
euro 14,00

giovedì 3 luglio 2014

La casa per bambini speciali, R. Riggs

Un paio di settimane fa ero in libreria (toh, che strano!) e gironzolando mi è capitato tra le mani un libro dalla copertina secondo me bellissima: Hollow city. Leggendo la trama scopro essere il secondo di una presunta futura trilogia e così mi metto alla ricerca del primo e scopro questo La casa per bambini speciali di Mrs Peregrine di tale Ransom Riggs.
Purtroppo l'ho preso in ebook e dico purtroppo perchè l'edizione cartacea contiene un sacco di foto bellissime che sono poi quelle di cui si parla nel romanzo (ma ovviamente ho già ordinato pure la copia cartacea!!!!). Il libro è per ragazzi, mettiamolo subito in chiaro e nei commenti e nelle pubblicità viene descritto come un mix tra Harry Potter e X-men. Beh di Harry non c'è assolutamente nulla e la cosa è irritante perchè usano il mio amato maghetto solo come specchietto per le allodole! X-men invece volendo lo si può ritrovare nella casa che da il titolo al libro, in cui vivono bambini con poteri speciali, tenuti al sicuro dal mondo e isolati tra loro simili.
Jacob, un ragazzino cresciuto con i racconti del nonno, scopre ora che non è più un bimbo piccolo che l'adorato nonno aveva mentito, che tutte le storie fantastiche non erano vere, che i mostri erano solo l'elaborazione degli orrori dei nazisti e deluso, un po' tradito e amareggiato se ne fa una ragione finchè accade una cosa orrenda che rimette in discussione tutte le certezze e porta Jacob nel vecchio continente, alla ricerca della spiegazione per tutte quelle foto che il nonno custodiva gelosamente e che sembravano ritoccate e della casa dove aveva vissuto insieme ad altri bambini sotto la supervisione di Mrs Peregrine, la direttrice.
Il libro a questo punto diventa la classica avventura per ragazzini, pieno di magia e cose incredibili, di orrori contro i quali lottare, di decisioni topiche per un ragazzino, come scegliere da che parte stare e cosa fare della propria vita e dei propri doni. Non c'è un grosso approfondimento psicologico, la storia scorre fine a se stessa nel raccontare per l'appunto l'avventura di Jacob e dei suoi nuovi amici ma, ripeto, mi aspettavo proprio questo!
E' elementare, non lo si può negare ma è pur sempre un romanzo non per adulti e fantasy, cosa ci si dovrebbe aspettare? narrazione contorta alla Faulkner? no, perchè se si deve criticare per il suo essere relativamente semplice forse non si ha ben chiaro cosa si ha tra le mani! voglio vederlo un decenne o dodicenne a leggere senza rompersi l'anima L'urlo e il furore!!! (che come ben si sa ho odiato visceralmente). Per quello che è invece il libro è davvero carino, la storia è piacevole e l'idea dell'impaginazione piena di foto è accattivante (e io per prima mi ci sono avvicinata per questo motivo!)
Ora mi sta arrivando il secondo volume perchè sono curiosa di proseguire le avventure e perché così ho già pronto un altro (l'ennesimo) libro per quando mio figlio sarà abbastanza grande per poterlo leggere!!

La casa per bambini speciali di Mrs Peregrine
Ransom Riggs
BUR (Rizzoli)
pag 382
2012
euro 9,90

martedì 24 giugno 2014

Il diario segreto di Maria Antonietta, C. Erickson

Non mi ha affatto convinta. Mi piacciono i libri storici e anche quelli a sfondo storico ma romanzati, ma resto sempre piuttosto scettica di fronte ai diari. E' un genere che mi piace e leggo volentieri, ma quando si tratta di una scrittura privata di un personaggio come la regina Maria Antonietta o hai delle fonti solidissime che lo possono rendere il più credibile e veritiero possibile oppure scrivi dell'altro. Si fa presto a dire che pur essendo stata una regina, una donna di importanza storica basilare, era anche una ragazza giovane, una madre come tutte... ma credo si stia peccando davvero di superficialità. Io non credo proprio che l'educazione che veniva inculcata a principi e principesse desse modo di essere poi così semplici nel pensiero, l'educazione plasma un carattere specialmente se viene data in maniera rigorosa, severa e senza ammettere nessuna debolezza e per questo mi risulta difficile leggere il diario della regina di Francia come se fosse stato scritto da una qualsiasi adolescente prima, donna e madre poi. Sono certa dell'amore per il conte Fersen, del fatto che le possa aver fatto battere il cuore ma tutta questa sdolcinatezza era davvero possibile? Io forse mi aspetto una realtà molto più rigorosa e magari sbaglio in questo, ma anche il contrario, quindi scrivere un romanzo come un diario di una qualsiasi ragazza solo calata in un contesto particolare, mi pare davvero eccesso di ingenuità. 
Il libro parte dalla decapitazione del re Luigi XVI e poi da questo avvenimento topico della Rivoluzione francese, si va in un flashback a quando Maria Antonietta era ancora principessa austriaca, ragazzina a casa sua per poi proseguire attraverso tutta la sua vita stranota: fidanzamento, matrimonio, ascesa al trono, ricchezza e balli, maternità, dolori atroci per gravi perdite, amore folle per il conte svedese, rivoluzione, tentativo di fuga fallito, per finire con la prigione e la decapitazione.
Gli avvenimenti di base ci sono naturalmente tutti, abbelliti e arricchiti da personaggi più o meno verosimili (l'amore per lo stalliere è davvero triste, trito e ritrito e si poteva anche lasciar perdere dato che di fondamento reale non c'è nulla a questo proposito): cameriere, dame di compagnia, consiglieri del re, parenti, servi... Ma il modo in cui la regina scrive mi ha lasciata perplessa. In conclusione il romanzo va via velocissimo, è toccante in alcuni punti in cui viene narrata la vicenda dei figli morti prematuramente, ma non sono riuscita a leggerlo con lo "spirito storico": troppo ingenuo, troppo sempliciotto e troppo facile. 

Il diario segreto di Maria Antonietta
Carolly Erickson
Mondadori Oscar Storia
338 pag
2008
11,00 euro

giovedì 19 giugno 2014

L'alienista, C. Carr

In ritardo di qualche anno (come spesso mi capita!) mi sono finalmente ritrovata a leggere questo romanzo. Guardando i commenti lasciati nel web si andava dal gridare al capolavoro, all'opposto lamentare noia suprema per cui mi ci sono avvicinata curiosa ma anche timorosa. Mi sono però decisa perchè da poco ho finito La giostra dei fiori spezzati e l'autore, Matteo Strukul, ha sempre detto di essersi ispirato a questo romanzo. I commenti entusiasti poi di alcune CF anobiiane con cui solitamente ho un buon "feeling libresco" ma ha definitivamente convinta.... e per fortuna!
Il libro è spettacolare! niente di più e niente di meno!
Sono oltre 500 pagine che non pesano affatto! 
L'alienista è molto più di un semplice giallo storico, la ricostruzione del contesto va davvero oltre ogni aspettativa e non c'è praticamente personaggio che compaia (ad eccezione dei protagonisti) che non sia realmente vissuto e calato quindi come un gioiello perfettamente incastonato, nella storia. Un lavoro così preciso e meticoloso è difficile trovarlo e ho letto questo fantastico libro con google a portata di mano per cercare, curiosare, segnare le mille notizie affascinanti che scoprivo.
La vicenda si svolge a Manhattan, nel 1886 dove c'è un killer (serial killer in realtà) che ammazza senza lasciar traccia e in maniera estremamente cruenta giovanissimi travestiti. La polizia brancola nel buio e il capo del distretto coinvolto, tale Roosevelt (sì, lui, il futuro presidente degli Stati Uniti! che ha davvero fatto il poliziotto in quel periodo) decide di avvalersi in maniera informale di un team di investigatori dilettanti ma capaci: un amico giornalista, l'alienista che da il titolo al libro, una giovare segretaria di polizia che però aspira a diventare investigatore (ma i tempi ancora non sono maturi per questo) e a loro affianca due fratelli poliziotti che hanno metodi per il tempo poco ortodossi (impronte digitali ad es.) ma estremamente capaci e competenti.
Che dire... è una corsa contro il tempo in cui praticamente assistiamo alla nascita del criminal profiling come lo conosciamo oggi, da poche tracce i nostri eroi unendo le loro diverse competenze, facendo sessioni di quello che viene oggi chiamato brainstorming, pensando, deducendo, modificando, ragionando e incastrando milioni di minuscoli tasselli, riescono ad avere un quadro generale della persona che stanno cercando e da qui a seguire le tracce che ormai sono quindi più chiare, è poi un attimo.
Il romanzo non perde il ritmo, che non è adrenalinico ma è piuttosto pressante, vogliamo capire anche noi, dedurre e lo facciamo insieme ai protagonisti! non ci sono trucchi e inganni si tratta di semplice psicologia criminale unita a tecniche per allora all'avanguardia e per noi oggi banali che calate nel contesto e nel periodo storico sembrano quasi fantascienza! Il finale forse non è stato all'altezza ma credo non potesse esserci qualcosa di diverso per la costruzione stessa del libro.
Un unico appunto, se avessi letto prima questo e poi La giostra dei fiori spezzati, quasi sicuramente non avrei espresso pareri così entusiasti sul secondo. E' vero che Strukul non fa mistero del suo ispirarsi a Carr ma il romanzo rasenta la copia!! Se lo si legge a distanza di anni dall'alienista probabilmente il ritrovare le stesse atmosfere e lo stesso tipo di indagine fa gioire gli appassionati che lo vedono come un omaggio al libro amato, ma a distanza ravvicinata non percepisci solo l'atmosfera, ti ricordi perfettamente la storia e purtroppo le similitudini sono davvero troppe.

L'alienista
Caleb Carr
Mondadori Omnibus
1996
532 pag
10,50 euro

lunedì 16 giugno 2014

Gemini Killer, W. P. Blatty

Ho fatto una sorta di indigestione di Blatty in questo periodo e a conti fatti avrei anche potuto farne a meno. Come per Il traghettatore commentato poco tempo fa, stessa sorte anche per questo romanzo: una rottura di balle scandalosa per buona metà del libro, poi si riprende e si entra un po' di più nel racconto horror e poi finisce... bah...
Gemini killer è nientepopodimenoche il seguito dell'Esorcista, libro che ho amato (e film cult che adoro!). Anche di questo sequel c'è stato il film e ho scoperto di averlo visto grazie a uno scambio di messaggi con un'amica perchè evidentemente avevo rimosso e con ottime ragioni!
In realtà se avessi scritto questo commento immediatamente alla fine della lettura sarebbe stato più positivo di quello che invece si appresta ad essere ora perchè dopo una prima metà di noia e irritazione, l'essersi ripigliato mi aveva sollevato il morale e quindi ero più positiva. Ora però, lasciandolo li a "decantare" mi trovo a pensare a perché cavolo dovrei dare un voto positivo a un libro che per metà non mi è piaciuto affatto! Un libro può senz'altro avere alti e bassi ma qui si è esagerato... Venendo poi da Il traghettatore che ha avuto la stessa identica struttura narrativa (noia prima, meglio il dopo) direi che Blatty mi ha altamente stufata!
La trama di Gemini è presto detta: a distanza di anni dai fatti di Regan e dell'esorcista ritroviamo il tenente Kindermann alle prese con una serie di omicidi che sembrano a sfondo religioso. Quando poi lo toccano ancor più da vicino grazie alla morte di una persona a lui cara e quando scopre che un internato che fino ad allora era rimasto sconosciuto è in realtà una persona che dovrebbe essere morta e sepolta, beh allora le cose si complicano! Gli omicidi portano come principale indiziato tale Gemini Killer, un serial killer morto da anni e qui in qualche modo si ha l'intreccio con l'esorcista.... Il male non era affatto stato sconfitto forse... e sarà Kindermann a cercare di sbrogliare la matassa per capire come sconfiggere questa nuova minaccia.
Allora, la trama interessante ci sarebbe tutta! un mix tra horror e giallo che potrebbe coinvolgere, un sottile terrore per un male sconosciuto che permea le pagine eppure il buon Blatty ha scritto la prima metà del libro in modo così contorto e astruso da farmi irritare ad ogni riga! Le elucubrazioni mentali di Kindermann sono noiose, capisco che ci possano stare nel contesto mistico che la faccenda ha, ma restano contorte e fastidiose! Tanto più che poi sa scrivere benissimo! e la cosa mi irrita per questo, il triplo! perchè la seconda parte, con l'accelerarsi degli eventi, con l'intrecciarsi delle storie tra passato e presente, acquista un ritmo molto più coinvolgente e allora sì che senti la voglia di girare le pagine e di capire come possa questo serial killer colpire! 
La fine è tipica, forse può lasciare un po' perplessi ma non vedo altri finali possibili per una storia di questo genere...
In ogni caso, non so Blatty quanti altri libri abbia scritto, ma con questo, con me, ha chiuso!

venerdì 6 giugno 2014

Il traghettatore, W. P. Blatty

Non ho la minima idea di quante stelle anobiiane dare a questo romanzo. E' breve, nel mio reader erano neanche 200 pagine ma la prima metà mi ha fatto patire come non mai.
La trama è decisamente classica: un'agente immobiliare estremamente capace e famosa di Manhattan viene contattata per vendere Elsewhere, una dimora posta su di un'isola al largo della costa newyorkese che si dice essere infestata. La provvigione è altissima e la nostra agente accetta. Decide poi che per avere maggiori chance di vendita andrà li con un gruppo di persone a trascorrere qualche giorno per dimostrare che i fantasmi non esistono.
La prima metà circa, come dicevo, è stata una tortura. Caotico, la protagonista antipatica, scritto in modo decisamente contorto e poco scorrevole. Poi lei, l'amico scrittore che convince ad accompagnarla, una medium e un professore iniziano l'avventura nella casa e sebbene anche qui all'inizio sia tutto estremamente noioso e caotico ad un certo punto pare che inizi a scrivere una persona diversa perchè stile e ritmo prendono la giusta cadenza che dovrebbero avere tutte le ghost story!
Io le adoro come genere e tra libri e film ormai ne ho viste talmente tante che secondo me si intuisce presto dove l'autore voglia andare a parare alla fine ma questo non mi ha impedito di godere della narrazione di tutta la seconda parte, dove i classici elementi delle storie di fantasmi sono tutti presenti! casa cupa, apparizioni, paure, rumori strani, isolamento. 
E la fine, con l'epilogo a spiegare lascia anche quel leggero amaro in bocca, quella lieve sensazione di malinconia che ha davvero fatto risollevare le sorti di un libro che d'istinto all'inizio avrei allegramente lanciato dalla finestra! 

Il traghettatore
William P. Blatty
Fazi editore
2012
pag. 201
euro 9,90

venerdì 30 maggio 2014

Lolita, V. Nabokov

Ho lasciato decantare un po' la lettura perché non sono bene in grado di esprimermi su questo romanzo.
Sono arrivata a leggerlo ben tardino e probabilmente aveva ragione un'amica quando mi ha detto che a seconda dell'età in cui lo si legge le reazioni possono essere molto diverse tra loro. Il libro mi ha disgustata da subito, da quando Humbert inizia a dire che non tutte le bambine sono bambine perché alcune in realtà sono ninfette e solo pochi eletti come lui riescono a vederle per quello che sono veramente. Uno schifo assoluto. In tempi come quelli che ci troviamo a vivere oggi la pedofilia è un argomento purtroppo fin troppo sentito. Leggerlo ora, da adulta e con un bambino piccolo fa ancora più paura e se avessi avuto una figlia femmina dell'età di Lolita durante la lettura non so davvero come sarebbe andata!
La storia è decisamente nota: un professore annoiato, divorziato e reduce da un esaurimento nervoso, va in affitto da una donna che ha una figlia di 12 anni e qui si "innamora" della ragazzina. Il libro è credo più articolato del film (ammetto di non averlo mai visto) perchè parte a raccontarci come una autobiografia di un Humbert bambino, poi ragazzo e poi adulto e solo dopo molte pagine si arriva a casa di Lolita. L'intenzione è chiara: farci capire per gradi perché si arriva a tanto ma io non l'ho capito.
Nabokov crea il libro facendo scrivere a Humbert queste sue memorie dal carcere in uno stile estremamente elegante e raffinato. Non c'è mai della volgarità, mai nulla di esplicito ma tutto raccontato in termini velati eppure questo non toglie il fatto che sia comunque una bella botta nello stomaco. Per quanto una ragazzina possa essere spregiudicata non arriverò mai a convincermi che a dodici anni possa realmente capire a cosa va incontro facendo la "smorfiosetta" con un adulto e se l'adulto non è in grado di proteggere e tutelare l'infanzia non merita nemmeno di vivere secondo me.
Credo comunque che possa esserci il rischio che se letto dalle dodicenni degli anni 2000, che ormai si credono (o forse sono, non lo so) tutte emancipate, adulte e pronte a una reale vita di coppia, possa essere visto pure come una storia romantica , una bellissima passione che supera lo stereotipo dell'età per dare libero sfogo ad una vera storia d'amore.. e questo però vorrebbe dire travisare la storia perchè Lolita per prima è infelice! Cerca di scappare, capisce che la vita che sta vivendo è innaturale e le mancano le comuni attività che invece le sue compagne di classe svolgono! purtroppo però la vita con Humbert l'ha già segnata troppo e il metodo che trova per liberarsi del suo aguzzino è assolutamente peggio di quello che si trovava a vivere. 
Il libro ha davvero una scrittura bellissima, curata e se si potesse esulare dal tema potrebbe tranquillamente essere un capolavoro! Lo è senza dubbio se preso oggettivamente ma io non riesco proprio a dire che mi sia piaciuto. La psicologia di Humbert è delineata benissimo, l'intreccio dei suoi pensieri, la morbosità, la passione che lo divora sono descritte talmente bene che il dubbio che Nabokov possa averle provate sulla propria pelle a me è venuto! Lolita paradossalmente è solo accennata, non conosciamo mai lei direttamente perché la vediamo con gli occhi dell'individuo che la tiene legata a se e solo nella descrizione di pochissime sue azioni possiamo intuire quali siano i suoi pensieri e i suoi patimenti reali.
Romanzo difficile, indigesto, dalle mille sfumature e dalle tante possibili chiavi di lettura. Io però sono vecchio stampo, antica, antiquata e rigida che nemmeno le SS e se qualcuno tocca un bambino, che lo faccia anche solo perché nella sua mente malata crede sia vero amore, per quanto mi riguarda merita una morte lenta, lunga, dolorosa e atroce.

Loliva
Vladimir Nabokov
pag. 395
Adelphi

giovedì 29 maggio 2014

Una brutta storia, P. Pulixi

E a leggere Pulixi finalmente ci sono arrivata pure io... L'avevo visto e ascoltato allo Sugarpulp festival di qualche anno fa ma ammetto che in quell'occasione c'era Lansdale ed ero totalmente in estasi imbambolata a guardarlo, sentirlo e rincorrerlo per foto e autografi vari!
L'altro giorno mi sono ritrovata tra le mani questo suo primo libro e ho iniziato... scettica. Scettica perchè pur facendo parte di un genere che solitamente amo, la trama che mi parla di poliziotti corrotti e bande criminali dell'est non è che mi entusiasmasse, anzi! però l'ho iniziato lo stesso! Beh nel giro di poche pagine ero già stata totalmente risucchiata dalla storia e se non avessi lavoro, casa, marito, figlio, cane e gatta non mi sarei staccata e l'avrei letto tutto d'un fiato!
Biagio Mazzeo è un poliziotto corrotto e dire questo è persino riduttivo... è corrotto dentro, è malato e assolutamente fuori da quelli che sono (dovrebbero essere) i canoni reali di umanità! ed è a capo di una banda che è assolutamente come lui, una ventina di poliziotti corrotti e disposti a qualsiasi genere di cose per trarne vantaggi personali. Tra questi c'è lo zoccolo duro che è fatto da pochissimi membri stretti: il mentore, la guardia del corpo e la sua vice, una lesbica cattiva quanto lui.
Hanno praticamente in mano la città ma durante quello che doveva essere solo un avvertimento per un mancato pagamento ci scappa il morto e a morire è sempre la persona sbagliata. In questo caso un boss della malavita cecena, un killer spietato che come una beffa viene ucciso per sbaglio da un ragazzino nigeriano. Il fratello è a capo di un impero che comanda mezza europa dell'est in pratica e naturalmente vuole vendetta.
Il romanzo è eccessivo, non voglio credere (me ingenua forse) che la corruzione possa arrivare a determinati livelli ma è coinvolgente e non tifi per nessuno perchè non c'è nemmeno mezzo personaggio buono ad eccezione dei vari figli dei personaggi coinvolti, che sono loro malgrado inseriti in queste realtà di violenza.
Mazzeo ha una mentalità distorta e per lui la banda è la famiglia. Ci si protegge, ci si aiuta, ci si sostiene sempre. Se qualcuno muore il resto del branco si prende in carico la famiglia del defunto e la protegge senza far mancare mai nulla, affetto compreso. Gli sgarri però non sono perdonati e la punizione è la morte. Da un certo punto di vista si potrebbe quasi tifare per questi ragazzi perchè in fondo da un certo punto di vista liberano la città da alcuni personaggi negativi ma loro lo sono altrettanto. I legami di famiglia sono reali e positivi se non che poi vengono esasperati e una cosa buona viene stravolta dalla loro logica malata e si rivela altrettanto malsana e crudele.
Il solo modo per sopravvivere è non legarsi a nessuno per non diventare deboli ma anche questo è impossibile...
Il libro ha personaggi davvero indimenticabili, ha intrecci e legami fortissimi che ti coinvolgono, ha situazioni in cui riesce a farti commuovere e arrivi quasi a capire (non a giustificare, questo mai) ma a comprendere il perchè stia accadendo tutto il disastro che accade. I personaggi che agiscono di contorno ai principali sono altrettanto importanti perchè è grazie a loro, ai legami che hanno creato, agli intrecci intessuti che capiamo ancora meglio i protagonisti. Niente è fuori posto e tutto è funzionale alla creazione di un romanzo che fila come un treno ad altissima velocità!
Complimenti all'autore: un libro che assolutamente si fa sentire dentro. 

Una brutta storia
Piergiorgio Pulixi
ediz EO collana Sabot/age
pag 439
2012
euro 16,00

lunedì 19 maggio 2014

Il postino suona sempre due volte, J. M. Cain

Gironzolavo in libreria e tra gli scaffali dei gialli e thriller che quel giorno erano in promozione, mi cade l'occhio su questo libretto piccino della Adelphi... Chi non l'ha sentito nominare almeno una volta? eppure sono quasi certa che quando si sente questo titolo si pensa immediatamente al (ai) film e non al romanzo. Non ho resistito e naturalmente l'ho comprato.
Il libro è molto corto e per di più i caratteri usati sono enormi per cui lo si legge veramente in pochissimo tempo.
Frank Chambers è un giovane e bel ragazzo che vive alla giornata. con espedienti più o meno puliti e girando l'america in autostop o in maniera abusiva su treni merci. Nick Papadakis lo trova e gli chiede di dargli una mano con diversi lavoretti alla trattoria che ha assieme alla moglie. E poi conosce lei, Cora, la moglie. Donna non bellissima ma capace di suscitare passione folle. I due non resistono manco 5 minuti senza dar sfogo al loro improvviso amore e da subito cercano di organizzare l'omicidio del marito (tonto evidentemente ma assolutamente non meritevole della fine che gli vogliono far fare). La prima volta non ci riescono, la seconda si e se la cavano pure ma per il classico rotto della cuffia. Il libro però ha in serbo per i due amanti un destino già scritto. Non per nulla il postino suona sempre due volte e alla seconda volta si risponde sempre, non si scappa.
Non credo che la storia sia particolarmente ignota ma comunque non scrivo più dettagli perchè davvero è un libretto velocissimo.
Il film non lo ricordo ma rimedierò. Un'amica che l'ha riletto con me nei giorni scorsi l'ha trovato piuttosto brutto e da un certo punto di vista posso capirla. E' talmente veloce e scarno che non ti da modo di legarti davvero. Eppure a me è piaciuto perchè si capisce perfettamente come possa aver suscitato la voglia di tanti registi (Visconti incluso) di crearne un film. La passione violenta e malsana dei due protagonisti, la voglia di riscatto e di fuga, l'utopia dell'amore vero che cozza contro quello che invece i due amanti sono in realtà, sono tutte emozioni fortissime che ben si prestano a fare un film che al contrario del libro, approfondisca e coinvolga completamente. Il libro poi è stato scritto nel 1934 e ha creato uno scalpore non da poco all'epoca per i temi trattati, credo sia anche per questo che tante cose non sono state esplicitate troppo forse.
In sostanza, un classico (perchè nel suo genere lo è) che sono contenta di aver letto!

Il postino suona sempre due volte
James M. Cain
Adelphi
122 pag
euro 9,00

giovedì 15 maggio 2014

La ballata di Jolie Blon, J. L. Burke

Il mio primo incontro con il detective Dave Robicheaux si è concluso con un innamoramento. Era ovvio.
Era ovvio per mille motivi e i principali sono che Burke scrive divinamente, che l'ambientazione è la mia sempre tanto sognata Louisiana, che il protagonista è un duro dal cuore tenero, con paure e debolezze umane che lo rendono più reale di tanti altri personaggi creati ad hoc per serie noir.
La trama prende avvio da due omicidi: due ragazze ma una è una giovane studentessa mentre l'altra è una prostituta nonché figlia di un boss mafioso. Tutto indica un giovane ragazzo nero come autore del delitto, un ragazzo che si droga e fa uso di sostanze di tutti i tipi ma che ha una voce che non si sentiva dalla notte dei tempi e che avrebbe potuto avere un futuro pieno di onori e di luci della ribalta se non fosse nato "negro", in una determinata zona statunitense e da una particolare situazione familiare. Il destino per lui ha scelto diversamente.
La storia è ricca di intrecci e di personaggi più disparati. Accanto al protagonista poliziotto (e proprietario di un negozio di pesca e esche) e alla sua famiglia, ci sono i colleghi del Dipartimento. Il suo migliore amico, ex poliziotto e ora una sorta di investigatore privato di intelligenza estrema ma anche troppo sprezzante del pericolo. Il boss mafioso cui hanno ucciso la figlia e i suoi sgherri. Un avvocato di dubbia moralità che è l'ultimo discendente della famiglia La Salle che fu proprietaria di tutta la zona e di innumerevoli schiavi. Un venditore di bibbie porta a porta. Un barbone che sostiene essere un medico del Vietnam che aveva aiutato Robiacheau. E infine lui: Legion, ex intendente della proprietà La Salle, colui che "gestiva" gli schiavi, una figura quasi sovrannaturale, malefica.
La protagonista principale però è la Louisiana, con i suoi colori, sapori, odori. I suoi fitti bayou dove vivono pronti a sferrare l'attacco i coccodrilli, dove i "negri" sono ancora "negri" e le questioni razziali sono ben lontane dall'esser risolte. Dove comunque sentiamo sempre in sottofondo la musica cajun e quando miss Ladice (la nonna del giovane ragazzo nero indicato come il responsabile degli omicidi) racconta della vita prima della vittoria degli yankee nordisti sui confederati, della vita in una piantagione tu non stai più solo leggendo ma stai vedendo i campi, i negri a schiena china e le negre con la divisa da cameriere nella dimora padronale e vedi i soprusi ma senti anche i canti delle cicale e delle fronde degli alberi di noce.
Un bel libro, che non è il primo della serie con Robicheaux ma che non influisce negativamente nella lettura, nessuna sensazione che "manchi un pezzo" per capire appieno la faccenda.
Burke, grazie!


La ballata di Jolie Blon
James L. Burke
Meridiano Zero
2005
408 pag
euro 16,00

martedì 13 maggio 2014

Carne e sangue, M. Cunningham

Carne e sangue me lo sono trovata quasi per caso nel reader. Mi capita spesso di segnarmi titoli alla rinfusa in foglietti, così come appunti sul telefono, in agenda e poi alla prima occasione li cerco, li prendo e li carico in modo da averli pronti. Il fatto è che quando segno i titoli spesso metto accanto un due parole per ricordarmi il perchè io mi sia appuntata proprio questo libro cosa che ovviamente non si può fare quando lo carico nel kobo... (o si può fare e io non sono capace??!). Fatto sta che quando ho ritrovato Carne e sangue mi sono proprio chiesta: "e questo che diavolo è e perchè caspita è qui dentro??"; francamente credo di non averlo ancora capito anche se a libro finito penso sia stato un titolo che avevo trovato nel gruppo anobiiano Americana contemporanea, gruppo interessantissimo per chi come me ama la storia, la letteratura e la cultura statunitense.
Il libro è una saga familiare e prende avvio nei primi anni trenta per concludersi 100 anni dopo ovvero nel 2035 e seguiamo la vita della famiglia Stassos, da quando i genitori, giovanissimi si sposano, sino a seguire le ultime orme dei loro discendenti.
La struttura del libro è interessante, ogni capitolo è in realtà un anno e quindi assistiamo al passare del tempo in maniera sistematica e questo è assolutamente un modo estremamente valido per descrivere in maniera precisissima i cambiamenti che le vicende e il tempo operano su una persona. 
Constantine è figlio di immigrati greci e sposa una giovane ragazza di origini italiane ma americana di mentalità molto ma molto più di quello che lui potrà mai essere. La loro unione è una fuga da una realtà di povertà e regole che non li soddisfa e danno il via alla costruzione del loro sogno americano.
Non tutto naturalmente andrà come avrebbero pensato e voluto.
Avranno tre figli che a loro volta ne avranno altri e al termine del libro avremo seguito tutte le loro vicende con addirittura un balzo temporale nel 2035 a vedere cosa è successo anche di quelli che verso la fine del libro erano solo bambini e questa parte è quella che ho apprezzato di più perché detesto non sapere cosa succede a personaggi a cui mi sono affezionata!
Il libro è pesante ma non nel senso di difficile o lenta lettura, è pesante e duro come un pugno nello stomaco. Nessuno degli Stassos è perfetto, anzi! sembrano racchiudere praticamente tutti i difetti del genere umano! e per questo il libro è intenso. Niente facili buonismi, niente lieto fine da rose e fiori, niente riscatto o redenzione per nessuno.
I temi trattati sono i più duri (come nello stile dell'autore del resto). Abbiamo sesso, incesto, omossessualità, aids, razzismo. Tutto è perfettamente integrato (se così si può dire) nella storia e non risulta eccessivo anche se un po' durante la lettura ti viene da pensare se debbano davvero capitare tutte a loro! eppure la risposta è sì, sì perché assistendo alla loro vita di anno in anno ci accorgiamo che non poteva andare diversamente, il carattere che si è formato in ciascuno dei personaggi è coerente con la vita che hanno avuto, con i modelli a disposizione, con la cultura e la conoscenza che potevano avere.
Un libro bellissimo e duro che merita una lettura e che ci lascia un amaro in bocca che faticherà ad andar via

Carne e sangue
Michael Cunningham
Bompiani
2002
398 pag
euro 9,90

mercoledì 30 aprile 2014

L'apprendista delle Fiandre - La saga di Niccolò vol.1 , D. Dunnett

Ed eccomi di nuovo impelagata in una saga! E questa volta non è nemmeno colpa mia!! Tralasciando le vicissitudini accadute per entrare in possesso del libro in questione (scusa Carloz, io e i postini ci odiamo, si sa), finalmente in una bellissima giornata di primavera io e il Club Ippogrifo ci siamo incontrate per una giornata relax nella sempre splendida Venezia, e qui, davanti all'immancabile spritz ho avuto tra le mani questo romanzo che è uno tra i preferiti assoluti di Carlotta! Si sa che quando ci si avvicina al libro amatissimo di qualcun altro lo si fa sempre con una sorta di timore (a me almeno capita!) e se l'altra persona è un'amica stai a chiederti "ma nel caso non mi piacesse nemmeno un po' pare brutto dirglielo??!". Fortuna che la situazione simile non si è creata perché il libro è davvero bellissimo!!! 
Siamo nel 1400, nelle Fiandre, nella spettacolare Bruges nello specifico e nella marea di personaggi spicca la famiglia di tintori De Charetty che sarà poi la protagonista del libro. Abbiamo la padrona della tintoria, la vedova Marianne, suo figlio Felix, le due figlie, il notaio Julius e lui, Claes (detto poi Nicolas o Niccolò) il servo apprendista, parente alla lontana che andò a vivere con la famiglia quando aveva 10 anni.
Accanto a loro una miriade di personaggi: mercanti, nobili, servette, locandieri, mercenari, militari, giovani, vecchi, malati, ricchi, poveri, insomma una varietà vastissima ma assolutamente realistica della popolazione umana che si poteva incontrare in quel preciso momento storico.
Il protagonista assoluto resterà Claes, che è giovane, bellissimo, simpatico e all'apparenza decisamente tonto e che si svilupperà in modo da lasciarci a bocca aperta e a inneggiare al Nobel per l'autrice per aver saputo creare un affresco così contorto eppure impeccabile sotto ogni aspetto: storico ma anche narrativo (e di intrecci che potevano far cadere anche il più bravo degli scrittori ce ne sono a bizzeffe).
Non posso entrare molto nella storia stessa per non spoilerare quello che accadrà, ma è un romanzo pieno di vita e di passione, un libro accurato che ti trasporta definitivamente nel periodo storico in cui è ambientato, che invoglia a cercare ancora più dettagli sulla vita dei mercanti dell'epoca, sul loro abbigliamento, sulle loro usanze.
E' quando si legge un libro simile che si realizza quanto altri invece siano solo piacevoli distrazioni, intendo dire che uscivo da un periodo di lettura di un'altra serie però gialla, piacevole perchè l'ho adorata ma quando ho iniziato a leggere questo e ho sentito le parole usate, il ritmo narattivo, l'accuratezza della scelta lessicale, eh beh... questo è saper scrivere, tutto il resto è un hobby ben riuscito!
Adesso vedrò di comprare gli altri sette libri della saga, perchè devo sapere cosa accadrà al buon Claes e perchè ho voglia di rivivere tutta questa serie di passioni ed emozioni che un libro scritto bene fa provare!
Grazie Carloz! ti adoro per la scoperta e ti odio perché è una saga ;)

L'apprendista delle Fiandre - La saga di Niccolò
Dorothy Dunnett
ed. Tea
pag. 591
euro 12,00