martedì 19 novembre 2013

Il nostro comune amico, Dickens - novembre 2013, 7 mese di lettura - capitolo V

Capitolo V della seconda parte: "Entra in scena mercurio"

E in questo capitolo abbiamo la conferma che "l'affascinante Fledgeby" è un altro (l'ennesimo) losco figuro del romanzo. Lo ritroviamo nella sua dimora, a pranzo con il viscido Lammle e qui Dickens ben delinea la pochezza dei due personaggi che tra una fanfaronata e l'altra fanno a gara per chi si riveli essere il più codardo e il più idiota (direi che sono a parimerito per quanto mi riguarda) anche se alla fine uno sguardo fa capire a Lammle che poteva osare e riguadagnare potere su Fledgeby che infatti alle alzate di tono del compare di malaffare, abbassa subito toni e capo.Capiamo anche che è Fledgeby ad avere qualcosa in mano su Lammle (notoriamente famoso per avere vizio del gioco e di tutte quelle attività a bassa onestà!!). Fledgeby proviene da una famiglia di strozzini, con una madre che pensava poco a lui e un patrigno che lo faceva ancora meno. Provvidenza vuole che il nostro affascinante resti solo presto e venga su in totale autonomia. Andando avanti con la lettura lo ritroviamo che va a visitare un negozio di un ebreo. Capiamo subito che il negozio è in realtà di Fledgeby e che questi ha ben pensato di continuare la strada di famiglia praticando usura.
Il vecchio ebreo, Riah; che lo gestisce dal canto suo ritarda ad aprirgli la porta perchè impegnato...con chi? ma con Lisetta Hexam! e l'uccellino, la sartina di bambole un po' folle che sono da lui per imparare (si ricorderà infatti che Lisetta era stata spronata a studiare per se stessa e per non far sfigurare il fratellino). Insomma un bel casino detto in soldoni! Vediamo se anche Fledgeby si unirà alla schiera di ammiratori della fanciulla (già dice che è graziosa quindi....).


"La famiglia della madre di Fledgeby era già molto offesa con lei per la sua povertà, e ruppe ogni rapporto con lei quand'ella diventò relativamente ricca. La famiglia della madre di Fledgeby era la famiglia Snigsworth. Anzi, la madre di Fledgeby aveva l'alto onore di esser cugina di Lord Snigsworth, cugina in modo così remoto, che il nobile conte non avrebbe esitato ad allontanarla ancora un po' di più e a buttarla completamente fuori dalla cuginanza; ma insomma era sua cugina".
Come non adorare però Dickens?

"Fledgeby con la sua giovinezza contrastava molto, ma non a suo vantaggio, con la vecchiaia dell'ebreo, che stava in piedi con la testa nuda chinata, e gli occhi al suolo: solo quando parlava li alzava. La stoffa del suo abito era lisa e logora e dello stesso color ruggine del cappello appeso all'ingresso, ma, per quanto l'aspetto fosse povero, non era vile. Mentre quello di Fledgeby, invece, per quanto non fosse povero, era vile."
Insomma, è piuttosto chiaro cosa pensa Dickens no?






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