domenica 29 dicembre 2013

Il gioco di Ripper, I. Allende

Mi trovo piuttosto in difficoltà a scrivere un commento su questo libro perchè una tra le mie scrittrici preferite in assoluto si è cimentata in uno tra i miei generi preferiti per cui, d'istinto e di passione, vorrei dare mille stelline al romanzo ma purtroppo non sarà così se questo vuole tentare di essere un blog con giudizi oggettivi e non solo d'amore!
Il libro mi è piaciuto perchè la narrazione, la scrittura della mia Allende è fluida, accattivante, vivace e sempre estremamente piacevole a leggersi, sia che racconti di case degli spiriti, che di ricette afrodisiache, che di fantasy per ragazzini e quindi anche in un giallo. E' proprio il giallo che non è il massimo. Chi ha letto un po' di questo genere intuirà il probabile assassino fin dall'inizio (anche se c'è forse un leggero colpo di scena alla fine) ma comunque l'ingranaggio gira e tu giri volentieri le pagine. La forzatura più grande è poi data dal fatto che la ragazzina protagonista e il nonno siano messi scandalosamente a conoscenza dal padre di lei, dell'intera indagine, incluse autopsie, interrogatori, indizi... non s'è davvero mai sentito che un ispettore capo di polizia si comporti così, dai, non a questi livelli. Nel libro lo facciamo passare perchè i personaggi sono, come nel più tipico stile Allende, ben strani e ce n'è per tutti i gusti.
Veniamo alla trama: Amanda è una diciassettenne molto introversa, con una spiccata intelligenza che ha una passione per i misteri, i gialli, i serial killer. Vive in un collegio ma nel week end torna a casa che è dove abita il nonno materno, ovvero colui che l'ha cresciuta visto che mamma quindicenne e papà di poco più grande, non ne erano granché in grado. La ragazzina ha creato un gioco di ruolo in cui lei e altri ragazzini (più suo nonno) risolvono misteri ispirati a Jack lo Squartatore. Quando la sua madrina, una famosa astrologa, prevede un bagno di sangue a San Francisco, gli intelligentissimi ragazzi si mettono a modificare il gioco di ruolo e ad indagare sugli omicidi che effettivamente accadranno e che coinvolgeranno fin troppo da vicino Amanda e la sua famiglia.
Accanto alla ragazza, c'è il suo meraviglioso nonno, farmacista, vedovo e innamoratissimo della nipote. Sua mamma Indiana, una splendida trentatreenne, che si guadagna (poco nulla) da vivere facendo la guaritrice in una clinica olistica. Il padre Bob Martin, l'ispettore capo già citato. E accanto a loro una serie di bellissimi personaggi secondari: Alan Keller il ricco amante di Indiana, Ryan Miller e il suo cane mostruoso entrambi ex navy seals (ovvero il corpo scelto specialissimo degli stati uniti, i militari che hanno scovato e ucciso Bin Laden, con una preparazione fisica e psicologica che rasenta l'incredibile), gli altri guaritori della clinica olistica, l'esperto di Intelligenza Artificiale, migliore amico di Ryan, l'assistente dell'ispettore capo, il gattino Salvate-il-tonno che viene regalato ad Amanda da una paziente di Indiana e i meravigliosi ragazzini di Ripper tra i quali un ragazzino in una sedia a rotelle, una ragazza anoressica che spesso si connette dalle cliniche in cui è ricoverata. Tutti questi personaggi agiscono in una meravigliosa San Francisco, città dalle mille sfumature, dove chiunque può sentirsi libero di essere se stesso perché notoriamente una città libera e libertina.
Abbiamo una serie di omicidi ben descritti, che hanno un filo logico, con la giusta dose di efferatezza e di fantasia, non manca la suspance di voler andare avanti per vedere cosa capita però io ero più curiosa di assistere alle vicende sentimentali di Indiana che non agli omicidi quasi e questo proprio perché, secondo me ovviamente, la Allende è bravissima a parlare di persone, di rapporti, a inserirli nei giusti contesti e a renderti di conseguenza questi personaggi degli amici (o conoscenti) di cui vuoi seguire le vite, ti fa entrare in empatia con loro, te li fa odiare, amare, compatire e questo prende molto di più che non il mistero da risolvere visto che chi è abituato a questa letteratura di genere non troverà una grossa sorpresa nel racconto.
In ogni caso 4 stelle (anobiiane) se le becca tutte per tutto l'insieme di motivi che ho tentato di elencare (ma forse sarebbe più oggettivo dargliene 3!)!!

Il gioco di Ripper
Isabel Allende
Feltrinelli, I Narratori
2013
pag 462
euro 19,00

venerdì 29 novembre 2013

Ne con te, ne senza di te - storia di una passione, P. Calvetti

Ogni tanto, magari dopo diversi anni, mi ritorna in mente la Calvetti. All'inizio i suoi romanzi non mi prendono mai immediatamente ma proseguendo con la lettura mi trovo sempre più invischiata, circondata dalle sue parole e irretita. Perchè la signora Calvetti è indubbiamente brava a scrivere (non per nulla è una giornalista importante!) e questo, specialmente al primo approccio con i suoi scritti, lascia l'impressione che siano esercizi di stile, una sorta di autoompiacimento letterario. In realtà invece la storia c'è sempre e riesce sempre (almeno per quanto mi è dato sapere dai suoi libri letti) a coinvolgerti.
Ne con te ne senza di te è un noir, prende avvio dall'omicidio-suicidio di una coppia della Milano letteraria, Vera Solari, 54enne scrittrice uccide con un colpo di pistola il suo fidanzato Nicola, avvocato 41enne. Non c'è dubbio che le cose siano esattamente così, ovvero che lei abbia ucciso lui e poi si sia sparata il problema è il perchè. Coppia affiatata, invidiata, ricca e bellissima che stava assieme ormai da 7 anni. Un classico fulmine a ciel sereno perchè davvero nessuno se lo sarebbe mai aspettato, nemmeno Francesco, copy gay amico del cuore prima di Nicola e poi anche di Vera.
La storia è narrata attraverso le parole di Francesco, alternate a quelle di Vera che ci descrive pian piano la sua vita, le sue emozioni, il suo rapporto con quest'uomo meraviglioso, giunto quando non ci sperava ormai più a darle le gioie del vero amore. Sparsi qua e la ci sono gli spezzoni anche dell'ultimo romanzo, anzi racconto che Vera stava scrivendo, la storia di una ragazzina che sapeva non sarebbe questa volta diventato un best seller ma a cui teneva particolarmente.
La Calvetti in ogni romanzo parla molto di sensazioni, sentimenti, è molto introspettiva e non perde occasione di far capire quanto ami la musica classica e le letteratura, anche qui infatti la storia è inframezzata da brani classici, a contorno e completamento della vita dei personaggi. Vera è come quasi tutte le altre sue protagoniste femminili, bella ma discreta, elegantissima, amante del bello, della francia, del dettaglio curato e tutto questo suo amore permea le pagine del libro e ti trasporta nell'appartamento milanese o nel casale ristrutturato ad arte nella campagna provenzale.
Eppure c'è un omicidio, improvviso, brutale e apparentemente senza movente. E noi giriamo le pagine lasciandoci incantare dalle parole eleganti della Calvetti, sentendo quasi Brahms e Rachmaninov in sottofondo e ci continuiamo a chiedere "perchè Vera? perchè hai distrutto tutto?"

Ne con te ne senza di te, Paola Calvetti
ed. Bompiani
2005
pag. 217
euro 8,90


giovedì 28 novembre 2013

Incubo a seimila metri, R. Matheson

Io che teoricamente detesto i racconti, sembra che in questo periodo in realtà non legga altro! Infatti anche questo libro è una raccolta di racconti del maestro del brivido Richard Matheson.
Questi i racconti contenuti nel volume:

  1. Incubo a seimila metri
  2. Il vestito di seta bianca
  3. Figlio di sangue
  4. Dai canali
  5. Guerra di streghe
  6. La casa impazzita
  7. Eliminazione lenta
  8. La legione dei cospiratori
  9. Una chiamata da lontano
  10. Paglia umida
  11. La danza dei morti
  12. I figli di Noè
  13. L'uomo dei giorni di festa
  14. Grilli
  15. Primo anniversario
  16. La preda

Una voce ai confini della realtà - intervista di Luca Crovi e Sebastiano Pezzani

Se raccontassi ogni singolo racconto andrei forse a rovinarne la lettura perché sono talmente brevi e si fanno leggere così voracemente che l'unico consiglio che posso dare è: prendete questo libro!
Matheson è un genio nelle descrizioni delle follie latenti, della paure che si insinuano, strisciano subdole e creano il botto finale! In questa raccolta c'è mistero, paura, pazzia, vampiri, zombie, morte, incubi comuni che diventano realtà, ossessioni. E tu rimani ogni volta stupito, raggelato e con quella lieve sensazione di inquietudine che al momento tendi ad ignorare con un sorriso di sufficienza ma che poi, svegliandoti improvvisamente nel cuore della notte magari per un rumore che senti da sempre, ti si insinua sotto pelle e ti fa tirare un po' più su la coperta per avvolgertici dentro al caldo e al sicuro, ben sapendo però che le cose da temere veramente non sono cose reali ma sono la follia improvvisa, l'irrazionale e l'impossibile che invece si rivelano assolutamente possibili e distruggono in una frazione di secondo tutte quelle che erano le tue certezze.
Praticamente tutti i racconti meritano anche se qualcuno com'è ovvio mi è piaciuto più di un altro, ma dipende da noi, da quelle che sono le nostre segrete e profonde angosce che ci fanno reagire alla storia raccontata in modo personale. Certe storie possono sembrare assolutamente inverosimili eppure non si può non apprezzare la genialità dell'autore che comunque il dubbio lo insinua.
Il racconto che da il titolo al libro è diventato anche una tra le puntate più amate di sempre della serie tv cult "Ai confini della realtà" di fine anni '50 e anni '60 di cui Matheson (assieme a Ray Bradbury mica fuffa!!) è stato sceneggiatore.
Al termine del libro c'è una spettacolare intervista fatta da Crovi per la serie di Radiodue "Tutti i colori del giallo" nel 2003 e già solo questa sarebbe valsa tutto il libro! Matheson si racconta e ci racconta della sua passione per la scrittura, di come pensa di avere influenzato gli scrittori a lui successivi (esempio Stephen King), ho scoperto che da Io sono Helen Driscoll è stato tratto il film Echi mortali (che so di aver visto secoli fa e che devo rivedere abbinato al libro che all'epoca ancora non avevo letto), racconta di tutte le sceneggiature fatte, dell'incontro con Hitchcock (durato dieci secondi!), ho scoperto con meraviglia che è l'autore del libro (io però ho visto solo il film che ne è stato tratto) Al di la dei sogni, che di horror non ha proprio nulla ma che è invece una bellissima storia d'amore, e oltre a queste cose ne dice moltissime altre di interessanti e affascinanti ma ora la pianto che dovete leggervi il libro!!!!

Una cosa mi ha fatto sorridere: la sua opinione su Lovecraft "Lovecraft è stato un ottimo scrittore ma a me non è mai piaciuto particolarmente. Una sua caratteristica costante è la scelta di parlare per un'ottantina di pagine di un event talmente orribile da non riuscire a descriverlo, per poi descriverlo dettagliatamente all'ottantunesima pagina!!!" 

Ottima lettura!


lunedì 25 novembre 2013

Il nostro comune amico, Dickens - novembre 2013, 7 mese di lettura - capitolo VI

Capitolo VI della 2 parte: UN ENIGMA SENZA RISPOSTA

Di nuovo alle prese con gli avvocati Mortimer Lightwood e Eugenio Wrayburn. I nostri due legulei stanno fumando sigari nel loro nuovo ufficio. Lightwood cerca di capire cosa sia accaduto al suo amico Wrayburn, il quale sembra essere sempre distratto, pensieroso e che nemmeno durante le loro vacanze era stato di compagnia. Naturalmente non gli viene fornita alcuna risposta ma ecco che arriva a sorpresa la soluzione del mistero. Carletto Hexam e il suo maestro pallaalpiede Headstone si presentano in ufficio e il giovane ragazzo se ne esce con una sfuriata arrogante e demenziale nei confronti di Wrayburn, intimandogli di non frequentare Lisetta, la sorella, di smetterla di interessarsi alla sua istruzione e di pagargliela pure. che solo lui e il pallaalpiede di maestro lo possono fare e bla bla bla che altrimenti se la dovrà vedere con lui. Dopodiché il maestro chiede a Carletto l'isterico di attenderlo fuori e finisce la ramanzina demenziale allìavvocato che dal canto suo reagisce con il suo solito atteggiamento assolutamente menefreghista.
Lightwood capisce allora che il suo amico e collega altro non ha che interessi amorosi e gli chiede se ha interessi seri e di fare le cose per bene per una volta ma il nostro Eugenio risponde svagato che "non sa, non capisce, non vuole chiedersi nulla".

Ora io questi li detesto tutti dal primo all'ultimo, è un capitolo con dei personaggi che butterei nel fuoco tutti allegramente insieme. I due avvocati a volte mi fanno sorridere ma in generale mi annoiano e mi irritano.
Carlo Hexam è un cretinetti che "é montato in scagno" come si dice da me in veneto (e per educazione non termino tutto il proverbio veneto!!) e il suo maestro è un poveraccio con la coda di paglia che per quanto abbia studiato mai si affrancherà dalla sua mentalità di reietto della società, non riesce a pensare ad altro che al fatto di essere comunque attaccato per le sue origini di cui però nessuno conosce una beneamata...
Vabbeh staremo a vedere cosa combineranno e sono curiosa di capire a chi Lisetta Hexam concederà le sue grazie visto che sembra far girare la testa a tutti (ora poi c'è pure l'affascinante Fledgeby!!).

Dickens in ogni capitolo da sfoggio senza mai perdere un colpo, della solità acidità e resta magistrale nella definizione del carattere delle persone attraverso i dialoghi. Chapeau.

"Ah anch'io intendo pagarlo, - replicò Eugenio - ma è un'intenzione come tante altre belle intenzioni..."
"cioè?" - Mortimer
"Ho tanta intenzione, ma non ho che l'intenzione e niente altro, mio caro Mortimer."
E già con queste 3 frasi abbiamo lampante il carattere di Wrayburn!

"Che curiosa mania - disse Eugenio - quell'uomo sembra credere che tutti abbiano conosciuto sua madre" ( a proposito del maestro Bradley Headstone


giovedì 21 novembre 2013

Il respiro della cenere, J-C Grangé

Un po' presa per i fondelli mi ci sono sentita quando sono arrivata alla fine di questo romanzo.
Grangé scrive benissimo e indubbiamente ti tiene incollato alle pagine.
La storia comincia coi soliti cadaveri a pezzi (lo smembramento è proprio una passione per l'autore!!) e per Parigi si aggira questo serial killer, detto l'Ostetrico, che ammazza donne e fine gravidanza e brucia i feti.
Beh intrigante, anche se truculento, con un comandante di polizia, Passan, irrequieto e affascinante... bene, tu leggi, leggi, leggi e a circa metà cosa accade? che comunque l'assassino è effettivamente chi Passan sospettava e viene catturato.
E le altre 200 e passa pagine del libro? Salta fuori che l'altro mistero che correva parallelo a questo, ovvero delle intrusioni con annessi di sangue&co. a casa del nostro comandante non c'entravano nulla con questo serial killer e Grangé di sbatte in faccia un'altra storia che con la prima non c'entra una beata mazza e corre velocissimo verso un finale francamente deludente.
Che dire, il libro sembra composto da due storie distinte che avrebbero avuto ciascuna il potenziale per essere un libro a se invece per chissà quale motivo l'autore le mischia così. La parte dell'ostetrico viene conclusa in modo approssimativo. Tutti noi capiamo le motivazioni che l'hanno portato ad essere un folle assassino malato ma ci sarebbe stato meglio un approfondimento diverso, una caratterizzazione in più.
La seconda parte con i vari omicidi che coinvolgono Passan e la sua famiglia sembrano davvero buttati la a caso. O meglio, hanno un senso perchè il contesto c'è, la situazione famigliare pure ma il senso di coesione manca totalmente e in ogni caso anche il finale di questo mistero è buttato la. Prima ti intriga con la cultura giapponese, ti ficca in mezzo personaggi potenzialmente interessanti e ben complicati e alla fine? Puf! finisce tutto senza dipanare nessun mistero. I personaggi troppo spesso agiscono da folli insensati e in alcune parti è decisamente troppo poco verosimile.

In conclusione, il libro mi è anche piaciuto, l'ho quasi divorato perché le storie c'erano ma ne sono rimasta delusa per gli sviluppi insulsi e raffazzonati sebbene Grangé si faccia leggere sempre con enorme goduria!



Il respiro della cenere, J.C. Grangé
Garzanti, 2013
pag. 437
18,60 euro

martedì 19 novembre 2013

Il nostro comune amico, Dickens - novembre 2013, 7 mese di lettura - capitolo V

Capitolo V della seconda parte: "Entra in scena mercurio"

E in questo capitolo abbiamo la conferma che "l'affascinante Fledgeby" è un altro (l'ennesimo) losco figuro del romanzo. Lo ritroviamo nella sua dimora, a pranzo con il viscido Lammle e qui Dickens ben delinea la pochezza dei due personaggi che tra una fanfaronata e l'altra fanno a gara per chi si riveli essere il più codardo e il più idiota (direi che sono a parimerito per quanto mi riguarda) anche se alla fine uno sguardo fa capire a Lammle che poteva osare e riguadagnare potere su Fledgeby che infatti alle alzate di tono del compare di malaffare, abbassa subito toni e capo.Capiamo anche che è Fledgeby ad avere qualcosa in mano su Lammle (notoriamente famoso per avere vizio del gioco e di tutte quelle attività a bassa onestà!!). Fledgeby proviene da una famiglia di strozzini, con una madre che pensava poco a lui e un patrigno che lo faceva ancora meno. Provvidenza vuole che il nostro affascinante resti solo presto e venga su in totale autonomia. Andando avanti con la lettura lo ritroviamo che va a visitare un negozio di un ebreo. Capiamo subito che il negozio è in realtà di Fledgeby e che questi ha ben pensato di continuare la strada di famiglia praticando usura.
Il vecchio ebreo, Riah; che lo gestisce dal canto suo ritarda ad aprirgli la porta perchè impegnato...con chi? ma con Lisetta Hexam! e l'uccellino, la sartina di bambole un po' folle che sono da lui per imparare (si ricorderà infatti che Lisetta era stata spronata a studiare per se stessa e per non far sfigurare il fratellino). Insomma un bel casino detto in soldoni! Vediamo se anche Fledgeby si unirà alla schiera di ammiratori della fanciulla (già dice che è graziosa quindi....).


"La famiglia della madre di Fledgeby era già molto offesa con lei per la sua povertà, e ruppe ogni rapporto con lei quand'ella diventò relativamente ricca. La famiglia della madre di Fledgeby era la famiglia Snigsworth. Anzi, la madre di Fledgeby aveva l'alto onore di esser cugina di Lord Snigsworth, cugina in modo così remoto, che il nobile conte non avrebbe esitato ad allontanarla ancora un po' di più e a buttarla completamente fuori dalla cuginanza; ma insomma era sua cugina".
Come non adorare però Dickens?

"Fledgeby con la sua giovinezza contrastava molto, ma non a suo vantaggio, con la vecchiaia dell'ebreo, che stava in piedi con la testa nuda chinata, e gli occhi al suolo: solo quando parlava li alzava. La stoffa del suo abito era lisa e logora e dello stesso color ruggine del cappello appeso all'ingresso, ma, per quanto l'aspetto fosse povero, non era vile. Mentre quello di Fledgeby, invece, per quanto non fosse povero, era vile."
Insomma, è piuttosto chiaro cosa pensa Dickens no?






lunedì 18 novembre 2013

Demoni amanti, S. Jackson


Una serie di racconti brevissimi che ti lasciano di volta in volta perplessa, irritata, basita, spaventata, inquieta o infastidita.
Piccoli affreschi di vita di tutti i giorni, con persone assolutamente comuni che apparentemente agiscono in maniera banale e che nel finale ti lasciano li, a bocca aperta a chiederti "e quindi?". La Jackson è maestra dell'horror (non per niente King la adora!!) ma soprattutto è una maestra delle parole. In moltissimi l'hanno definita perfetta, scriveva e non sbagliava una parola, una virgola, un paragrafo, nulla, tutto assolutamente impeccabile.
Il suo racconto, contenuto in questa antologia "La lotteria" suscitò uno scalpore all'epoca mai visto! e fu addirittura bandito in Sud Africa e solo per questo il libro merita di essere preso in considerazione.
Il resto dei racconti però non mi ha affatto convinta pur riconoscendo la maestria nelle descrizioni brevi e puntuali della nostra Shirley!
Ci sono alcuni racconti che davvero ti lasciano perplessa e non capisci dove volesse andare a parare. Altri invece sono una chiarissima e velenosa denuncia dell'ipocrisia dell'epoca, altri ancora sembrano destreggiarsi tra i sottili fili della follia e non capisci cosa sia immaginazione e cosa sia la realtà.
Incertezza, realtà, angoscia il tutto intrecciato a generare caos e inquietudine.
In sostanza non è un libro che consiglierei a chi non ha mai letto nulla di questa autrice, credo possa leggerlo più o meno volentieri chi già conosca e apprezzi la Jackson per la sua prosa e per la sua particolarità assoluta.

Questi i racconti contenuti nel volume:
  1. L'ubriaco
  2. Le diable amoureux
  3. Come faceva la mamma
  4. Giudizio per ordalia
  5. Greenwich Village
  6. La mia vita da Macy
  7. La strega
  8. Il rinnegato
  9. Dopo di te, mio caro Alphonse
  10. Charles
  11. Pomeriggio tra i lini
  12. Il bel giardino fiorito
  13. Dorothy, la nonna e i marinai
  14. A colloquio
  15. Elizabeth
  16. Una ditta solida, antica
  17. Il pupazzo
  18. Sette tipi di ambiguità
  19. Danza con me in Irlanda
  20. Naturalmente
  21. Come una statua di sale
  22. Uomini con gli scarponi
  23. Il dente
  24. Una lettera di Jimmy
  25. La lotteria

martedì 12 novembre 2013

Il nostro comune amico, Dickens - novembre 2013, 7 mese di lettura - capitolo IV

Finora ho vissuto di rendita sfruttando le sempre puntuali e precise recensioni de L'amaca di Euterpe ma ora devo mettermi a fare meno la lavativa!!
Oltre che da Sara nella sua Amaca, potete trovare i commenti alle parti già lette qui.
"Mr. and Mrs. Alfred Lammle" by Sol Eytinge, Jr. 1870.
Credits: victorianweb.org

Siamo alla parte II, capitolo IV "Entra in scena cupido"
Ritroviamo la splendida e gioiosa coppia de I Lammle (che francamente mi ero pure scordata!!) che pronti a vendicarsi stanno cercando di irretire la figlia dei Podsnap, tale GeorgianaCara (sì perché sono incapaci di chiamarla senza un bell'aggettivo a seguire! 'na noia!) dato che sembrano sapere che la nostra ragazzetta abbia possibilità finanziarie proprie di cui disporre. Georgiana dal canto suo è sveglia come come il buon Pippo di Topolino e prenderla in giro è decisamente come sparare sulla croce rossa ma questo è ciò che fa Dickens! In questo capitolo i Lammle le presentano Fledgeby, altro personaggio con carisma e parlantina pari a quella di un cadavere (e non mi riferisco ai non morti della Rice o della Hamilton purtroppo!!) che loro simpaticamente (!!) chiamano "l'affascinante Fledgeby" e come primo appuntamento, dopo una cena a dir poco surreale (e noiosa naturalmente) vanno tutti e quattro a vedersi un'opera a teatro.
Seppur trovo a volte soporifera la storia anzi, più esattamento lo svolgimento perchè in realtà la storia mi intriga un bel po', non posso non adorare Dickens che spara a mitraglia contro praticamente tutti! L'idea di far parlare le due amebe attraverso i Lammle è surreale e comica e fa capire non bene, benissimo, con che razza di persone abbiamo a che fare!! Non è semplice ironia bensì acidità pura! L'ipocrisia, la falsità, la vanità regnano sovrane in questo capitolo eppure non si riesce a provare compassione per Georgiana. Per quanto riguarda Fledgeby invece ho la sensazione che ci rivelerà delle sorprese! I Lammle sono troppo idioti per venir fuori con un piano che possa davvero portare a qualcosa secondo me!
Il capitolo è piuttosto breve, restiamo col fiato sospeso in attesa di vedere come proseguirà la faccenda!

venerdì 8 novembre 2013

Intervista col Vampiro - 3 parte

Claudia, Louis e Lestat nel film
Terzo e ultimo post su questo libro. Su questo bellissimo libro (checché ne dica la nostra M.Eloisa!).
Abbiamo accompagnato Louis nella sua trasformazione da umano a vampiro, nel suo modificarsi del rapporto con Lestat, nel suo amore profondo per Claudia e poi nel suo incontro con l'affascinante Armand.
Pensavo che essendo una rilettura sarebbe stata meno coinvolgente invece mi sono trovata nuovamente a passeggio per New Orleans prima e per parigi poi, passando per l'est europa e i suoi "revenants".
La Rice sconvolge il mito del vampiro classico, colui che dona la morte, è cattivo e nemmeno tanto bello (anche se Dracula di Bram Stoker inquietante e affascinante come non mai non è poi così diverso dai!!). e crea dei vampiri con un proprio carattere diverso anche tra loro, in cui l'individualità e l'omicidio sono comunque e inevitabilmente le componenti principali ma vengono affiancate da elementi che rendono molto più complesse le personalità di ciascuno. Louis con la sua bontà innata, la sua sensibilità artistica, la sua curiosità. Lestat vendicativo, amante degli omicidi, amante della ricchezza e di tutto ciò che questa porta (balli, feste, teatri, vestiti eleganti). Claudia, trasformata troppo piccola, una spettacolare bambina che cova un disperato rancore contro i suoi padri (Louis e Lestat), che ama uccidere e ama anche imparare, che ama il lusso e che vuole viaggiare per cercare i suoi simili, ignara di ciò che questo le porterà. E lui, Armand, figura relativamente marginale dato che compare molto avanti nel libro ma che sconvolge tutti gli equilibri e il suo incontro con Claudia e Louis segnerà l'inizio della fine.
Il finale del libro è amaro ma non ci si poteva aspettare niente di diverso dalla Rice che crea una storia in cui malinconia, dolore e angoscia sono i sentimenti conduttori di praticamente tutti i personaggi.
Anne Rice
Riesce a creare un ambientazione pressoché ideale e il periodo storico in cui si svolgono le vicende principali è il solo che avrebbe potuto scegliere, l'eleganza degli uomini e delle donne dei secoli '7 e '800 non sarà mai più eguagliata e inserire dei bei vampiri, abbigliati con mantelli lunghi, che viaggiano in carrozze per strade illuminate da fioche luci di lampioni è stato un po' "vincere facile". Scontato? sì. Bello? ancora sì.
Le cronache però non finiscono qui e nei successivi 9 libri, a parte un paio di scivoloni, la Rice è sempre riuscita a mantenere la storia interessante, variando le epoche e i contesti.
Ma ora stiamo parlando del primo, dell'inizio e per quanto mi riguarda resta il libro di vampiri più bello tra quelli scritti in tempi moderni. Non ci sono paragoni da fare coi classici Dracula, Carmilla, il Vampiro di Polidori o Ligeia di Poe, sono semplicemente cose diverse. L'epoca è cambiata e libri come questi appena citati non potranno più essere scritti poiché i tempi non lo consentono più ma se si vuole legger di Vampiri e leggere qualcosa di bello, di scritto bene allora la Rice è una garanzia perché al di la che possa o meno piacere, la donna SA scrivere e lo sa fare in maniera elegantissima.
Ecco! 

domenica 3 novembre 2013

Truman Capote, A sangue freddo - il film

locandina del film
In questo blog non ho mai parlato di film ma un'eccezione la devo fare per questo piccolo gioiellino visto ieri sera.
Quasi per caso ho visto che trasmettevano Truman Capote, A sangue freddo, e io nemmeno sapevo dell'esistenza del film. L'ha guardato con me anche il Motociclista e nonostante l'indiscutibile lentezza in alcuni punti, l'ha apprezzato anche lui che di letteratura non è che gli freghi tantissimo.
Philip Seymour Hoffman nel 2006 ha vinto l'Oscar per questa interpretazione e non posso che concordare al 1000%. Ha fatto un lavoro spettacolare e lui è davvero un attore coi controc***i. L'avevo apprezzato moltissimo anche in I love radio rock (altro film sulle radio libere inglesi che ho ADORATO!!!). Non credo sia stato affatto semplice interpretare una figura come Capote, originale, problematico, geniale e assolutamente folle (come il buon genio vuole), l'atteggiamento, la mimica, l'espressività...davvero magistrale, la vita ha segnato l'autore già nella più tenera età e quello che ne è scaturito è stato un uomo decisamente complicato, controverso che credi proprio abbia dato un bel po' da fare all'attore.
La storia è la genesi del suo romanzo-documentario A sangue freddo, descrizione di un fatto di cronaca nera accaduto in Kansas quando due uomini irrompono in una fattoria e sterminano una famiglia intera per pochi dollari. Truman Capote vuole raccontare la storia e vuole farlo in un modo nuovo, dal dentro, intervistanto chiunque si sia trovato anche marginalmente coinvolto nel fatto e soprattutto lo fa instaurando un rapporto coi killer, con uno dei due in particolare, Perry. Quando vengono condannati a morte aspetta l'esecuzione per poter finire finalmente il libro che quando riuscirà a scrivere l'ultima frase, gli avrà preso ben 6 anni della sua vita.
E' un film che non lascia indifferenti. Capote è cinico, freddo e lucidissimo nella sua decisione di voler scrivere di questo fatto, tanto da arrivare a pagare egli stesso un avvocato per dare del tempo in più ai due assassini e poter scrivere la storia. Così come alla fine non risponde più alle richieste di aiuto o di incontro perchè ormai stanco e desideroso di mettere la parola fine al libro.
Accanto a lui c'è la meravigliosa amica di sempre Nelle che altri non è che il premio Pulitzer Harper Lee, autrice del bellissimo Il buio oltre la siepe, capolavoro della letteratura americana. Gli serve un po' da coscienza ed è lei che riesce a smuoverlo e a farlo andare ad un ultimo incontro con Perry.
Con A sangue freddo, l'autore diventa il più importante scrittore statunitense ma paradossalmente è l'inizio della fine. Troppi sentimenti controversi ha suscitato il suo atteggiamento e troppe problematiche gli ha fatto nascere al suo interno.
Non so cosa avrei dato per aver potuto partecipare se fossi vissuta in quel periodo, al Ballo in bianco e nero, dato al Plaza a New York il 28 novembre 1966 per la fine del romanzo... 500 vip dell'epoca riuniti, anche questo evento inizia a creargli dei nemici, tutti gli esclusi al ballo. Ma tra i partecipanti c'era comunque il meglio del meglio dell'epoca... cosa non dev'essere stato girare tra Henry Fonda, Gregory Peck, Steinbeck e Arthur Miller, Philip Roth, Harper Lee stessa naturalmente.
Ok, sto divangando, tutto questo per dire che ieri sera ho visto davvero un gran film! bellissima fotografia, interpreti perfetti, storia dai ritmi seppur lenti, comunque adeguati al contesto narrativo.

mercoledì 30 ottobre 2013

Intervista col Vampiro - 2 parte

Ho letto (beh riletto in realtà visto che ho già letto tutta la saga completa delle Cronache dei Vampiri della Rice) le prime 70 pagine circa del libro e mi sono ritrovata nuovamente estasiata per l'eleganza dell'autrice nel raccontare la storia.
Lestat
Incontriamo subito Louis, vampiro tormentato che decide di raccontare la sua storia e quella del suo creatore, Lestat, ad un giovane giornalista che resta in una situazione mentale tra l'affascinato per l'occasione che gli si è presentata, e il terrorizzato per il rischio che corre restano così vicino a una creatura letale.
Louis è un giovane e bellissimo proprietario terriero ed è proprio la sua piantagione che attrae Lestat. Narra della sua vita prima della trasformazione, in cui apprendiamo del suicidio del fratello, del suo dolore e del suo senso di colpa e di come poi venne trasformato. Lestat, bellissimo quanto pericoloso, aveva bisogno di qualcuno che sapesse amministrare le ricchezze, aveva bisogno di una elegante e lussuosa dimora dove trasferire l'anziano padre cieco, aveva bisogno di tutto questo e se l'è preso usando l'unica cosa che conosce: la violenza e l'assassinio.
Evidente la differenza tra i due vampiri, non potrebbero essere più diversi e ammetto che Louis è una noia mortale con i suoi discorsi buonisti, con le paranoie...... ma visto e considerato che senza di lui la storia non ci sarebbe... me ne sto zitta e mi sopporto la lagna!
Perchè mi piace la Rice e le cronache in particolare? beh innanzitutto proprio per come scrive, è raffinata, elegante, descrittiva al punto giusto e sa ricreare quella particolare atmosfera retrò con garbo. Leggendo della piantagione si sente il calore delle candele accese, sfiori i preziosi tessuti delle tappezzerie, senti i rumori degli schiavi che curano il cotone e delle cuoche che preparano i pasti. Ti immergi poi nella New Orleans multirazziale, dove incontri ricchi signori che danno il braccio a dame elegantissime, che sorseggiano liquori pregiati. Un mondo dove si muore per uno sgarbo ricorrendo ancora ai duelli per difendere l'onore. Ed è in questo contesto che Louis rinasce come vampiro e si prepara a conoscere il mondo nuovamente. Quando per la prima volta sente e vede davvero ciò che lo circonda. Siamo ancora all'inizio in cui i contrasti tra i due vampiri sono forti ma superficiali e di Lestat soprattutto sappiamo ancora poco, capiamo solo che per lui uccidere è quasi una necessità non per vivere, potrebbe farlo anche nutrendosi di animali, ma per vendicarsi. Non ha pietà, rispetto, esiste solo il suo egoismo. Louis invece no, la vita per lui ha un enorme valore, la famiglia, i sentimenti altrui.
Che farà assieme questa strana coppia?

lunedì 28 ottobre 2013

Intervista col Vampiro - 1 parte

La settimana di  Halloween inizia con una lettura collettiva assieme alle solite note: Clubippogrifo e L'amaca di Euterpe. A onor del vero Sara (Amaca di euterpe) non è che fosse proprio entusiasta della lettura ma alla fine si è convinta anche se temo l'abbia fatto più per stroncarci il nostro meraviglioso Lestat che per altro!!! Vedremo però se la meravigliosa scrittura della Rice, l'ambientazione e i personaggi riusciranno alla fine a conquistare anche lei...
Io e Carloz (ippogrifo) intanto saltelliamo felici all'idea di ritrovarci assieme a Lestat, Louis, Claudia, Armand.... a seguirli per le notti mentre assetati di sangue cercano vittime per sfamarsi, a cercare con loro un senso al tutto...

Se vi andasse di seguirci anche sulla pagina Facebook e magari di unirvi a noi questo è il link all'evento! Niente di serio, saccente o altro, solo una lettura in compagnia, seppur a distanza da usare anche come pretesto per due chiacchiere e  qualche risata!

venerdì 25 ottobre 2013

Halloween

Halloween si avvicina e sono in piena ricerca di libri e dvd a tema. Adoro gli Stati Uniti sotto quasi ogni aspetto e darei qualsiasi cosa per fare, anzi vista la mia età, per far fare a mio figlio almeno una volta nella vita un "Trik or treat" come si deve.
In realtà vivendo nella pianura padana e in più in un centro città non posso certo farlo... almeno fossi in un quartiere residenziale di casette singole, magari si potrebbe pensare di organizzarlo pure, ma tra i condomini è davvero poco carino!
Così cerco la mia piccola alternativa casereccia fatta di film, libri e magari una cena a tema, corredata da qualche addobbo! Ogni scusa è buona per decorare e incasinare casa ancora di più di quello che è di suo!
Navigando nel web ho trovato un sito che consiglia di regalarsi libri horror anziché dolcetti, per questa occasione e l'idea naturalmente è stupenda!
Questi sono i consigli nientedimenoche di Neil Gaiman. Ne ho letti più di qualcuno ma mi hanno incuriosito da morire alcuni autori mai sentiti nominare prima (me ignorante) tipo Campbell, Carroll e Danielewski che sembrano avere scritto dei piccoli gioiellini horror!

La mia personale top include autori classici come Bram Stoker, Stephen King, Peter Straub (Julia e Ghost story sono STUPENDI!!), Shirley Jackson che anche solo con un raccontino di poche pagine mi ha agghiacciata (sto parlando de La lotteria).
Ovviamente sono fuori elenco perché in cima a tutto quali sommi geni supremi autori come Lovecraft
Mr Lovecraft
ed Edgar Allan Poe... non puoi dire di amare l'horror se non hai letto questi autori che sono la base del genere! Gli autori moderni poi possono piacere magari di più, si possono preferire horror di generi diversi ma tutto alla fin fine è già stato raccontato da questi due autori. Toccano tutti i tasti che suscitano il terrore più puro e inconscio e credo che nessuno scrittore dell'orrore in qualche modo, non abbia un debito di riconoscenza nei loro confronti.

Bene, ora me ne torno alla mia ricerca di film per la serata e vi lascio con una citazione che è un classico: "Questo è Halloween, grida insieme a noi, fate largo a chi è più speciale di voi!!" The nightmare before Christmas









giovedì 17 ottobre 2013

Open, Andre Agassi

E venne la fine della lettura di Open, autobiografia di Andre Agassi.
Libro osannato dai più, che in tanti auspicherebbero pure diventasse in qualche modo una lettura obbligatoria (e già questo la renderebbe una palla assurda, si sa che quando qualcosa diventa obbligatorio automaticamente, anche se vale, si trasforma in un qualcosa da scansare a prescindere..mah..), ad ogni modo sto libro l'ho letto. Ero tentata di mentire perchè mi dispiace, essendo un consiglio che mi è stato dato proprio qui sulla pericolante, fare la rompiscatole che non ha apprezzato a chissà che livelli però sono fondamentalmente onesta e non sono proprio capace di mentire! Devo dire che è stata una lettura scorrevole e veloce e per essere stato scritto da uno che praticamente dice di essere analfabeta non essendo mai andato a scuole se non per poco tempo, mi pareva fin troppo piacevole...nei ringraziamenti si svela l'arcano: non l'ha scritto lui, lui raccontava e un altro metteva la sua storia nero su bianco e già questo mi ha irritata un po'... certo è che se la storia vale e lui non sa scrivere va bene anche così.
L'inizio con i racconti di quando suo padre lo obbligava poco più che lattante a giocare a tennis è davvero triste. Ai bambini non si dovrebbe mai e poi mai togliere la spensieratezza, la leggerezza, il gioco e il divertimento... suo padre (e sua madre in quanto spettatrice passiva) è da torturare! 
Si legge poi una sfilza di giochi, di tornei, di scuole di preparazione atletica e. inevitabile, arriva la ribellione adolescenziale data dal non rispetto delle regole, dal capello ossigenato, dal fumo e dalle mille cavolate che praticamente tutti i ragazzini fanno.
Adesso saltiamo tutto il racconto del libro che è un susseguirsi di descrizioni, spesso decisamente precise puntuali specifiche, di tornei e incontri, se prima a fatica sapevo cosa fosse uno slam ora sono diventata un'esperta!
Il tutto è inframmezzato da storie d'amore: prima con la ragazzina storica, poi con la bellissima Brooke Shields e infine con Steffi Graf...e anche qui, il fatto che lui avesse detto che era la sua donna ideale e che poi lei si sia rivelata esattamente come lui immaginava mi lascia perplessa e la parte cinica che è in me pensa che sia stato casualmente reso tutto in maniera "solecuoreamore" per far sognare le lettrici.... 
Unico personaggio degno di stima è Gil, preparatore atletico ma sopratutto un padre come Agassi non ha mai avuto, che lo sprona ma lo aiuta, lo consola e lo sgrida, lo ama come un figlio e per questo non gli risparmia abbracci e critiche...ad avercene di Uomini così.
Eppure cosa ho pensato alla chiusura del libro? Bravissimo Andre, i tuoi enti benefici (che ammiro, eh! sia chiaro) riceveranno una bella impennata di donazioni dopo questa storia!! perchè a me è sembrato un libro estremamente autocelebrativo e la pubblicità messa riguardante la beneficienza davvero massiccia soprattutto nella parte finale praticamente non si parla d'altro.

Non posso dire che il libro non mi sia piaciuto, anzi! però l'ho trovato anche una bella trovata commerciale per cui non me ne voglia chi me l'ha consigliato e chi lo adora.... ^__^


Open, la mia storia
Andre Agassi
2011
Einaudi
pag 504
euro 20,00

domenica 6 ottobre 2013

Sugarpulp 2013, ovvero il placcaggio di Tim Willocks!

Eccoci qui, dopo settimane (mesi?) di attesa anche per quest'anno lo Sugarpulp è finito (per me intendo perchè il festival continua fino a stasera!). Purtroppo sono potuta andare solo sabato visto che oggi ero sotto il diluvio universale a fare gli esami per rilasciare i patentini ai cani...ma vabbeh...adoro fare pure quello!
Tornando a ieri. Innanzitutto l'occasione è stata fondamentale per riabbracciare alcune CF, dicesi Corpi freddi, ovvero appartenenti al gruppo omonimo di anobii, tra cui le nostre Sara de L'amaca di Euterpe e Carlotta di Clubippogrifo e poi Carla, Francesca, Martina... 
E al pomeriggio ho visto lui. L'uomo che in questi ultimi mesi ho imparato a conoscere attraverso i suoi libri e di cui mi sono innamorata! Io non sono facile al placcaggio ma con noi c'era il Motociclista (leggasi marito) che l'ha praticamente rincorso fino al bagno e poi l'ha bloccato e trascinato verso di me, in attesa, occhi a cuore col libro da farmi autografare! E' bellissimo! nel senso che starebbe benissimo in un film di vampiri (stile Anne Rice per intenderci), sempre sorridente, come lo sono gli stranieri (ancora ricordo il divertimento con Lansdale e Gischler allo Sugarpulp 2011) e super disponibile (al contrario di qualche autore nostrano che evidentemente è convinto di essere un sommo e non tocca il suolo di tutti noi comuni mortali). La dedica stupenda, su un libro che non so come farò a leggere visto che l'argomento è dato dai Greyhound sfruttati per le corse...sarà straziante, già so!
Abbiamo assistito alla conferenza fatta assieme a Lilin (Educazione siberiana) e a Carlotto. Si parlava di libri e loro trasposizioni cinematografiche (chi ha Boni e chi John Malkovich e Dennis Hopper). Lilin sembrava in stato catatonico tranne nel momento in cui si è messo a spiegare come usare i coltelli per uccidere squartare e affettare le persone, con una verve incredibile che ha suscitato sguardi perplessi e inquieti nel pubblico!
Insomma, me felice, non sono riuscita ad assistere a tante conferenze ma è anche vero che la parte autori italiani ancora non riesce a coinvolgermi e non nego che per me lo Sugarpulp quest'anno era Tim Willocks! era incontrare dal vivo il folle che ha scritto la storia di Cicero Grimes e non ha affatto deluso le aspettative! bravura unita a simpatia e allegria nonostante la stanchezza data dalla troppa grappa della sera prima...eh beh...noi veneti stendiamo chiunque ad alcolici!! solo un grande scrittore e una grande persona può ammettere di non aver dormito oltre che per la grappa, per aver comprato su amazon l'ebook di Lilin e aver tirato le 4.30 di mattina perchè non riusciva a staccarsi! Chapeau mr Willocks, non è da tutti apprezzare i colleghi in questo modo!

la lettrice pericolante e Willocks!!



martedì 24 settembre 2013

Due piani sopra l'inferno, R. Ellory

Era da tanto che un libro non mi coinvolgeva a questi livelli.
L'ho trovato meraviglioso.
E' una storia intensa, piena e dolorosa. Una storia di una amicizia vera e profonda vissuta nel trentennio forse più controverso della storia degli Stati Uniti d'America.
Daniel e Nathan si conoscono quando hanno 6 anni nel 1952, grazie al panino al prosciutto cotto al forno più buono della Carolina del nord. Sono 2 bambini allegri, simpatici, vivaci ma sono uno bianco e uno nero. Gli anni in cui la storia inizia sono i '50 e la questione della razza è un tema caldissimo specialmente negli stati del sud. Ellory racconta la bellissima storia di questa amicizia inserendola perfettamente nel contesto storico culturale e ci descrive minuziosamente tutto ciò che accade. Io amo la storia americana e l'ho trovato un valore aggiunto per il romanzo, qualcuno meno interessato all'argomento potrebbe forse trovarlo fin troppo dettagliato. Ci racconta della guerra del Vietnam, di Martin Luther King, della segregazione razziale, delle lotte, dell'omicidio Kennedy, dello scandalo Watergate, del Ku Klux Klan e di tute le teorie che stanno alla base dell'omicidio di JFK. E i nostri amici, Danny in bianco e Nathan il nero, ci vivono in mezzo. Li seguiamo da quel primo incontro a 6 anni fino alla morte di Nathan per cui viene accusato proprio Danny. E il libro ci fa rivivere tutto tramite la confessione che Daniel, dalla cella che si trova 2 piani sopra la stanza della sedia elettrica dopo 12 anni dall'omicidio, a padre Rousseau.
Non c'è un punto dove non sia rimasta incollata alle pagine. Ho riso immaginandoli bimbi che fanno disastri e credono che un'anziana signora abbia mangiato suo marito, ho sorriso per le prime cotte e i primi turbamenti amorosi, ho provato rabbia e amarezza quando, ragazzini, si sono trovati brutalmente faccia a faccia col razzismo per la prima volta e ho seguito il tourbillon di avvenimenti che poi hanno portato alla morte di Nathan. Daniel si è sempre professato innocente ma non ha mai lottato. Ora a pochissimo dalla morte sente il bisogno di sfogarsi come mai era riuscito a fare prima.

Che dire, si intuisce la fine abbastanza presto ma questo non ha tolto nulla alla passione con cui ho seguito le vicende. Storia americana ma storia di due ragazzi e dei loro genitori, amici, fidanzate, che potrebbero essere la storia di qualunque persona, la mentalità dei personaggi è talmente realistica e ben delineata che sembra di stare a sentire una storia vera. 

Ellory, che dire, chapeau!


Due piani sopra l'inferno
R. J. Ellory
Ed. Sonzogno 2004
411 pag

sabato 21 settembre 2013

Tanti auguri al Re, Stephen King

Io credo che questo post sarà un delirio. Sarà una accozzaglia di frasi perchè già so che quando inizio a parlare del mio Re non so mettere un freno ma soprattutto non so dare una sequenza logica agli argomenti perchè King è complesso e io lo amo per questo!
Pensi a King e si pensa generalmente all'horror! io penso all'horror sì ma penso soprattutto all'amicizia perchè è uno dei temi ricorrenti nei suoi romanzi, solo che spesso si trova in storie decisamente truculente! 
It è la storia del clown Pennywise, colui che da quel momento ha reso la vita dei poveri pagliacci un mezzo inferno! passati da personaggi allegri e adorati dai bambini a persone inquietanti da guardare con sospetto (quando non con terrore puro!!!), ma It è soprattutto la storia di una amicizia che va oltre tutto, oltre il tempo passato, le differenze di classe, di vita, di esperienze e unisce questi amici al di la del resto e del buonsenso stretto, di una lealtà sana che manca sempre di più al giorno d'oggi.
Amicizia è il racconto Il corpo, contenuto nel libro Stagioni diverse, da cui hanno poi tratto un bellissimo film "Stand by me - ricordo di un'estate" dove ritroviamo ragazzini alle prese con un'avventura (certo non stile Huckelberry Finn ma tant'è...). Amicizia (e adolescenza) è l'ultimo Joyland, che di horror infatti non ha proprio nulla!
Gli eroi di King non sono quasi mai eroi solitari, si creano una rete di amici ed è il gruppo che fa la differenze nelle proverbiali lotte tra bene e male che ricrea nelle sue storie (come non pensare a Il talismano e a L'ombra dello scorpione).

E il King orrorifico pure è vario, abbiamo il paranormale ma abbiamo anche il concreto, giocare con le paure di tutti e sono queste storie che lasciano i brividi addosso al lettore e che costringono a volte a guardarsi alle spalle. Misery è un capolavoro del genere: un fan impazzito? probabilmente è una delle paure più grandi delle persone famose! ma anche Mucchio d'ossa, La metà oscura e naturalmente lui Shining di cui io possiedo una prima edizione di quando il libro si intitolava Una splendida festa di morte e che tengo come una reliquia sacra!
Oppure Cujo: chi ha o ha avuto cani mentre leggeva questo romanzo breve vi assicuro che l'ha guardato con un timore assoluto e almeno per una frazione di secondo ha pensato di legarlo in giardino e pure a catena! (i miei cani dormono con me, non ho mai e poi mai pensato di segregarli se non per un attimo durante la lettura di questo libro!!)

 Io credo di essere cresciuta con questa sua frase:

"L'essere che, sotto il letto, aspetta di afferrarmi la caviglia non è reale. Lo so. E so anche che se sto bene attento a tenere i piedi sotto le coperte, non riuscirà mai ad afferrarmi la caviglia".  A volte ritornano


E ancora adesso sto automaticamente attenta a tenere i piedi sotto le coperte!

Ci sono poi i libri che parlano delle donne e anche qui King ha una delicatezza naturale nel raccontarle, e le giustifica, le comprende e fa sembrare giuste le cose più aberranti, e ripenso a Dolores Claiborne (e anche qui di nuovo all'amicizia).
E Carrie? la povera Carrie? povera nonostante quello che fa!

Potrei andare avanti ore a parlare di ogni singola opera, del perchè l'ho adorata! King è un romanziere coi controcazzi (scusate il francesismo!), non è solo uno scrittore horror, è un profondo conoscitore della natura umana, delle paure più recondite e con le sue parole ti trasporta accanto ai personaggi e li vivi al 100%. Il miglior pregio di King è proprio questo: quando leggi qualcosa di suo in almeno un momento della lettura l'empatia è totale e allora scatta la paura che ti fa guardar male il tuo cane bellamente accucciato sul divano, o ti fa piangere per un'amicizia interrotta o per un cucciolo morto, o ti fa venire voglia di teletrasportarti e ballare al Jamboree (e qui parlo di 22/11/63 che ho adorato ai livelli di It, senza contare i numerosi omaggi a questo inseriti nel libro).

E' l'unico autore di cui leggo anche i racconti, genere che di solito detesto, perchè veloci e diretti ti destabilizzano sempre e le ambientazioni ogni volta diverse permettono di provare emozioni ogni volta diverse!
Qualcuno si lamenta della lunghezza di alcuni suoi libri, per me è una "delusione" quando vedo che hanno meno di 600 pagine! Adoro la cura dei dettagli, il suo essere particolareggiato che non mi stanca mai!
E poi ci sono i romanzi più brevi: Carrie, Cujo, Pet sematary, il superbo e meraviglioso Le notti di Salem, dove i vampiri non sbrilluccicano e sono brutti e cattivi!! (tra l'altro contiene una delle scene più raccapriccianti per me questo libro!).

Ecco sono partita per la tangente!! lo sapevo che non sarei riuscita a fermarmi! Il tutto per ricordarlo il giorno del suo compleanno! E avrei mille altre cose da dire ma forse è meglio che crei una rubrica apposita per il Re! 
Ho tralasciato molti libri ma ne ha scritti davvero tanti e li ho letti praticamente tutti (torre nera esclusa).
Una menzione però al suo On writing non posso non farla. Un saggio sulla scrittura in generale, sulla sua scrittura in particolare, un'autobiografia, un bellissimo libro da rileggere ogni tanto! 

Grazie mr King per avermi fatto paura, per avermi fatta sognare, piangere (e io non piango mai sui libri!), per avermi fatto compagnia e soprattutto per aver contribuito a mantenere e accrescere il mio amore per la lettura, per i libri.
UN SOLO UNICO RE!





Pennywise, il solo e l'unico!



giovedì 19 settembre 2013

Uccelli di rovo, ebbene sì!

Lo so, il noir, i gialli sono la mia passione ma ho ceduto (e sono stata conquistata) da questo malloppazzo d'amore! Io ero piccola al tempo dello sceneggiato tv, ma Richard Chamberlaine che interpreta il bel Padre Ralph me lo ricordo bene! e ricordo mia mamma con occhi a cuoricino incollata alla tv!
Così quando nel mio peregrinare per mercatini di antiquariato ho scovato una copia praticamente intonsa del libro a una cosa come 1 euro non ho potuto lasciarlo li!!

Beh, che dire, bella, bellissima Maggie! e affascinante bastardo padre Ralph de Bricassart. Odioso ma incredibilmente bello, egoista ma magnetico. Uccelli di rovo è la storia d'amore malato e di passione per eccellenza e come non lasciarsi coinvolgere i sensi dall'incontro sull'isola dei nostri eroi? Moltissime scene e addirittura dialoghi sono identici nel libro e nel film. 



Il libro però è una affascinante saga famigliare, pochissime donne: Fee, sua figlia Maggie e la figlia di quest'ultima Justine. Donne forti, rigide, che hanno per contorno una moltitudine di uomini che non hanno uno spessore che permette di valutarli. Nel complesso si legge un romanzo intenso, pienissimo di drammi familiari, di lavoro duro, di meschinità che ha come unico fil rouge l'amore/odio tra Maggie e Ralph. Bisogna ammettere che trattarlo solo come romanzo d'amore è riduttivo. La McCullough ha creato davvero una storia ricchissima in tutto, dai dettagli della vita in Australia e Nuova Zelanda, alla struttura famigliare, ai rapporti gerarchici, alla mentalità maschile e a quella femminile, creando un affresco puntuale, completo e piacevolissimo alla lettura anche per chi come me, non ama i romanzi d'amore (anche se per Padre Ralph una eccezione si fa!)

Bello! Bello! 




venerdì 13 settembre 2013

I racconti sugarpulp volume 1 e 2

Ieri complice un pomeriggio tranquillo con bebè addormentato perchè disintegrato dal troppo gioco, mi sono trovata a leggere le due raccolte Sugarpulp che avevo avuto in omaggio iscrivendomi a questa associazione culturale.

Il primo si intitola
Territori Noir - Sugarpulp vol.1 

e questi i racconti contenuti all'interno


Rosa, di Chiara Baldini

La Fiducia, di Francesco Ferracin
Cosa accadde di straordinario a Toni Bedin, di Elena Girardin
Un uomo fortunato, di Pierluigi Porazzi
Finché c'è vita, di Francesco Lanzo
L'ultima (ri)lettura, di Marco Meneghetti
Al primo colpo, Armando Autieri


Il secondo è 
A manetta in contromano: delirio Sugarpulp _ Sugarpulp vo. 2

i singoli racconti sono questi


Romeo tra le nebbie della Romea, di Carlo Callegari

A ruota, di Francesco Pasquale
Special One, di Matteo Righetto
Domenica pomeriggio, di Paolo Zardi
Space Invaders, di Thomas Tono
Una rapina del cazzo, di Matteo Strukul
L'evento si terrà anche in caso di Pioggia, Serena Casagrande
Killing Gabibbo, di Carlo Vanin
Il pacco, di Jacopo Pezzan


In comune hanno tutti il fatto di essere ambientati nel mio Veneto e spesso proprio nella mia provincia padovana. Ritrovo luoghi, sapori, odori, mentalità e dialetto. Sono tutti indistintamente racconti nerissimi, non c'è mai un lieto fine anzi sono grottescamente sadici. Alcuni racconti non mi hanno entusiasmata granchè ma nel complesso tutti si sono fatti leggere voracemente, altri invece sono dei gioiellini. Io non amo il genere racconto ma questi sono fatti di pochissime pagine, sono più che altro aneddoti e in pochi paragrafi ti descrivono situazioni che fanno raggelare pur nella loro a volte semplicità.
Sono felice di aver letto qualcosa di Strukul e Righetto e mi riprometto di comprare i loro libri per vedere il noir padovano più articolato!
Vorrei conoscere Carlo Vanin per chiedergli come caspita gli sia venuto in mente quel racconto sul Gabibbo!!!! 
Ho riso con Carlo Callegari e il demente di Romeo!!
E sono rimasta basita dalla freddezza della ragazzina creata da Serena Casagrande.

Se devo trovare una nota di "demerito" sono le parolacce. Non sono certo una puritana ma trovo sgradevole questo inserire "cazzo" ogni mezza riga. Non lo trovo granchè utile. I veneti bestemmiano alla grande, si può dire che sia proprio una interiezione, chi mette una virgola chi tira una bestemmia qui da noi e rende (purtroppo) bene l'idea della parlata nostrana ma il resto bah...mi sembra eccessivo, usato anzi decisamente abusato.

Nel complesso però, amanti del noir, se vi capita leggeteli! sono in vendita anche su amazon in formato e-book a 1 euro o poco più!!




lunedì 9 settembre 2013

Sugarpulp Festival - Padova ottobre 2013

Oggi spendo giusto un attimo per ricordare a tutti gli appassionati di letteratura noir che si avvicina l'evento imperdibile che si tiene a Padova da ormai qualche anno!

Questo il link all'evento dove troverete tutti gli autori presenti, le conferenze, le presentazioni... insomma un 3 giorni pieni di cose organizzati come sempre in maniera eccellente dalle Barbabietole Padovane!

http://festival.sugarpulp.it/

venerdì 6 settembre 2013

i viaggi pericolanti

Parte della libreria pericolante è ocuupata da libri di viaggio. Che siano le classiche guide turistiche o libri comprati sul luogo o ancora narrativa che però comprara proprio li dov'è nata c'ha un sapore diverso. A questo proposito meglio che lo dica da sola prima che qualcuno a caso (mia dolce metà) inizi con la solita solfa della presa in giro per quella che lui ritiene essere stata una solenne fregatura. Due anni fa siamo stati a visitare la meravigliosa cittadina di Savannah, che secondo le varie guide è una tra le più belle se non la più bella città americana. Effettivamente è deliziosa, piena di piazze ombreggiate, di ville decadenti e sembra che tutte abbiano un fantasma (inutile elencare anche i libri sui fantasmi comperati -_-' ), è quì che c'è la famosa panchina da dove prende il via l'avventura di Forrest Gump! ma è anche la location di un film che ho adorato: Mezzanotte nel giardino del bene e del male, film di Eastwood tratto da fatti realmente accaduti. Ebbene quando mi sono trovata fisicamente davanti alla villa teatro degli avvenimenti non c'ho capito più una mazza! neanche a dirlo accanto avevano aperto un negozio basato tutto su film e libro e come potevo non comprare la copia del libro proprio li? Ora...l'ho effettivamente pagata caruccia e effettivamente lo stesso libro (dato che non era una copia speciale) lo si trovava ovunque a prezzo anche stracciato... ma qualcuno potrà pur capire che comprarla li ha avuto un altro sapore no? era permeata dalla follia visionaria dei personaggi della storia...trasudava vodoo... beh insomma, la dolce metà ancora oggi a distanza di 3 anni sfotte...ma so che c'è qualcuno che può comprendere la differenza...lo so...cioè...spero...



giovedì 5 settembre 2013

passione saghe!

L'altro giorno stavo pensando agli albori della mia lettura compulsiva. E' vero che ho avuto la fortuna di aver iniziato a leggere prestissimo: non essendo per vari motivi andata all'asilo e vedendo che comunque ero attratta dai libri, mia mamma mi insegnò a leggere che avevo poco più di 3 anni e da li non ho più smesso! I libri per ragazzi li divoravo e essendo mia mamma piuttosto permissiva con le letture, e mio padre totalmente incapace di capire cosa fosse o meno adatto a una bambina, ho praticamente letto qualsiasi cosa da sempre. Mai nessun divieto, blocco, censura mi colpì!
Credo però che l'estate in cui ho avuto il mio primo attacco di indigestione letteraria compulsiva sia stata quella dei miei 12 anni, quando a Lignano, passeggiando per pineta venni attratta da una copertina blu piena di lampi dal titolo La signora delle tempeste. E' stato il mio primo incontro con un'autrice di cui poi ho letto tutto, è stato il mio primo ingresso nel meraviglioso mondo di Darkover. Lei era una tra le regine del fantasy: Marion Zimmer Bradley.
Di quelle 3 settimane trascorse al mare ricordo di aver letto ovunque, ricordo la gente che mi passava accanto in spiaggia, nei divani dell'hotel e mi guardava ad occhi sbarrati perche non poteva credere a quanto fossi immersa in un altro pianeta, e ricordo un ragazzo di qualche anno più grande di me e anche lui lettore forte, che mi guardava incredulo e ammirato e mi chiedeva ogni giorno quante pagine avessi letto e a che punto fossi! credo di aver letto i primi 7 o 8 volumi della saga in quei giorni e l'amore non è mai scemato. Questo è stato l'inizio della fine! Ovvero l'inizio della mia passione sfrenata per le saghe, cosa che mi ha portato ad avere ancora più libri di quelli che avrei potuto perchè se ne iniziavo una, anche se non mi entusiasmava DOVEVO vedere conme proseguiva "perchè non si sa mai che capiti qualcosa di incredibile!". Ora grazie all'e-reader mi salvo un po' da questo genere di acquisti compulsivi ma il debole è rimasto anche a diversi (molti) anni di distanza!
Le saghe le adoro perchè ritrovi dei vecchi amici, che crescono, cambiano, invecchiano, intrecciano mille avventure. Sono un porto sicuro nella marea di libri "unici" esistenti, perchè finirne uno non è mai un totale addio ma sai che è un arrivederci! E poi arriva comunque il momento della fine, dell'addio definitivo ai tuoi (perchè sì, sono diventati pure tuoi!) personaggi preferiti! e qui scatta la tristezza... com'è accaduto con Darkover appunto, anche se c'è colei che continua la saga ma a me se non è la vera creatrice non interessa più perchè volente o nolente si perde quel qualcosa che la rendeva speciale, o con Mankell e l'ispettore Wallander per citarne una di relativamente recente!
Siano esse fantasy o serie che hanno il solito protagonista, la malattia è identica: devo leggere tutto!! e così ho oltre a quelle citate, Pitt della Perry, Linley della George, avevo Kay Scarpetta ma la Cornwell ha davvero esagerato con le schifezze! e Anita Blake, Sookie Stackhouse, Petra Delicado, Montalbano, Poirot e Miss Marple, Avalon sempre della Bradley, Harry Potter, la saga di Outlander della Gabaldon... e queste sono solo alcune che mi vengono in mente al volo...
Una cosa mi consola (si fa per dire) è che una tra le mie saghe preferite è quella di Martin "Le cronache del ghiaccio e del fuoco"...beh ecco con quest'uomo mnon correremo mai il rischio di dover salutare per sempre Lannister/Stark &co visto che non ha nessuna intenzione di scrivere e pubblicare... e qui scatterebbero parole decisamente troppo volgari e violente per il web!!!!!!

Tutta colpa sua.......